La cronologia delle ricerche è una delle funzioni base più utili che il tuo browser possa offriti, sia esso Chrome o una delle tante alternative in circolazione.
Si tratta di una semplificazione che ti consente poter tornare su una pagina che avevi già visitato, digitando anche solo una parte dell’indirizzo Inoltre, Google sfrutta la tua cronologia per proporti contenuti più rilevanti nel feed Discover del tuo telefono Android, così resti aggiornato solo sulle notizie che ti interessano davvero.
Tuttavia, conservare la cronologia può anche creare situazioni spiacevoli. In certi casi, le tue informazioni vengono anonimizzate, ma non sempre succede. I dati contenuti nel browser, a seconda del caso, possono diventare una preda ambita non solo per aziende pubblicitarie, ma anche per cybercriminali o semplici “persone curiose”.
Per questi motivi, e non solo, dovresti di tanto in tanto dedicare qualche minuti per fare una pulizia del tuo browser. Di seguito ti spieghiamo tutti i motivi per cui questa pratica può esserti molto utile.

Indice dei contenuti
1- Cronologia delle ricerche? Un rischio per la privacy
La tua cronologia delle ricerche contiene informazioni preziose, sia per te che relative ad altre persone. Oggi, con l’Intelligenza Artificiale al centro dell’attenzione per tutti i colossi tecnologici, i dati sono diventati una vera e propria risorsa: sono una sorta di carburante che permette ai modelli AI, evolversi e diventare sempre più raffinati.
Ma non servono solo a far crescere questi modelli: all’interno della tua cronologia di Chrome si nascondono anche dettagli che, persone senza scrupoli possono sfruttare per truffarti o ingannare altri utenti.
Ogni volta che usi il tuo smartphone, il tablet, il Chromebook o qualsiasi altro dispositivo per navigare in rete lasci dietro di te una scia digitale, come delle briciole di pane. Tutti questi piccoli dati vengono raccolti nella tua cronologia delle ricerche per vari scopi. In teoria, queste informazioni dovrebbero essere utilizzate solo per offrirti un servizio migliore. Ma la realtà è che, per le aziende, i dati sono vero e proprio oro.
Google cerca di proteggere e anonimizzare queste informazioni, così che, anche se dovessero finire in mani esterne (in modo più o meno illegale) non siano direttamente riconducibili a te. Tuttavia, i cybercriminali sono un avversario temibile anche per la compagnia di Mountain View.
Anche dopo aver “ripulito” i dati, nella tua cronologia possono rimanere tante informazioni che potrebbero metterti a rischio di furto d’identità o, semplicemente, creare situazioni spiacevoli a livello di privacy.
Una ricerca particolare online, che non vorresti far vedere a nessuno, potrebbe spuntare nel momento meno propenso. Una pulizia approfondita della cronologia delle ricerche, in questo senso, è il modo migliore per evitare guai.
2- Questione velocità
Ti è mai capitato che il tuo dispositivo rallenti dopo un po’ di utilizzo e che, con un semplice riavvio, torni a funzionare più velocemente? Succede perché il riavvio resetta il sistema, liberandolo dai dati accumulati. Cancellare la cronologia delle ricerche ha un effetto simile, soprattutto sui dispositivi Android.
Smartphone e tablet sono strettamente collegati alla ricerca su Google, quindi i dati accumulati non restano solo nel browser Chrome. Più usi il dispositivo e fai ricerche nel tempo, più il sistema si appesantisce, rallentando e rendendo meno piacevole l’esperienza d’uso.
Quando cancelli la cronologia delle ricerche, elimini cookie di tracciamento inutili e dati memorizzati nella cache, liberando risorse per far funzionare meglio il dispositivo. Di conseguenza, il tuo smartphone o tablet diventa più veloce.
Di contro, i siti che visiti spesso potrebbero caricarsi un po’ più lentamente la prima volta, perché senza quei dati salvati devono ricaricare tutti i dati da zero.

3- Pubblicità invadente
Ti è mai capitato di cercare qualcosa su Google, magari per controllare un prezzo, e poi vedere comparire subito dopo annunci pubblicitari proprio di quel prodotto?
Quello è il cosiddetto tracking pubblicitario, o pubblicità mirata, come viene chiamata dalle aziende. In realtà, si tratta sempre di tracciamento: la tua cronologia di ricerche alimenta un sistema che ti propone prodotti e servizi basati sui tuoi interessi.
Non sempre questo può risultare fastidioso. A volte, sapendo come funziona, è possibile usare questo meccanismo a tuo vantaggio. Se stai cercando un prodotto in una certa categoria, ti basta fare una ricerca su quello che già conosci e, poco dopo, ti arriveranno suggerimenti di altri marchi simili. Detto ciò, nella maggior parte dei casi, questo meccanismo può infastidirti.
Puoi disattivare il tracciamento degli annunci mirati su Chrome, ed è un buon primo passo, così come utilizzare estensioni apposite. Cancellare la tua cronologia delle ricerche fa ancora di più per proteggerti da questo tipo di monitoraggio da parte di vari servizi. Il tracciamento resta tracciamento, qualunque sia la scusa: non tutti gli annunci che vedi sono affidabili o sicuri in caso di click, e tanto meno in caso di acquisto.
Come cancellare la cronologia su Chrome
Infine, ti mostriamo una rapida rinfrescata su come pulire la cronologia di Chrome. Su PC Windows o Mac, agisci in questo modo:
- Apri Chrome;
- Clicca sull’icona con i tre puntini in alto a destra;
- Seleziona Cronologia – Cronologia (oppure premi Ctrl + H su Windows o cmd + Y su Mac);
- Per cancellare singole pagine, clicca sull’icona con i tre punti accanto a ogni voce e scegli Rimuovi da cronologia;
- Per cancellare più dati o tutta la cronologia, clicca su Cancella dati di navigazione nella barra laterale.
Su smartphone o tablet Android:
- Apri l’app Chrome;
- Tocca l’icona con i tre punti in alto a destra e seleziona Impostazioni;
- Vai su Privacy e sicurezza – Cancella dati di navigazione;
- Scegli l’intervallo di tempo per cui vuoi cancellare i dati;
- Spunta la casella Cronologia di navigazione;
- Premi su Cancella dati per completare.
Se invece stai utilizzando Safari su iPhone, ecco la procedura per fare pulizia.

Molti di noi accettano che una certa quantità di dati venga raccolta dalle grandi aziende tecnologiche. D’altro canto, i servizi e le piattaforme “gratuite” funzionano proprio grazie ai dati che estrapolano da noi utenti.
Considera che servizi come Gmail, Google Calendar e tanti altri lavorano a stretto contatto con le tue informazioni personali. Nonostante ciò, esiste un limite che non va superato. Al di là di strumenti ed estensioni, di fatto, una buona pulizia della cronologia è un ottimo modo per porre un limite alla libertà d’azione delle big tech che, è bene sempre ricordarlo, non sono di certo enti senza scopo di lucro.
Fonte: AndroidPolice