L’evoluzione del Samsung Galaxy Note: dal primo modello fino ad oggi

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Nell’ormai lunga storia della telefonia mobile, vi sono alcune serie e modelli di smartphone che hanno lasciato un segno indelebile. Nel corso di questi ultimi anni, l’evoluzione del Samsung Galaxy Note ha segnato profondamente il mercato smartphone, portando alcune novità diventate poi consuetudine anche per altri brand.

Il suo lancio, nell’ormai lontano 2011, ha scosso il mondo tecnologico. Sino a quel momento infatti, il concetto di smartphone era improntato sulla portabilità. Per essere un telefonino all’avanguardia infatti, all’epoca, le dimensioni contenute erano imprescindibili. Un comandamento che, la “creatura” di Samsung, ha apertamente sfidato con un dispositivo da 5,3 pollici. A distanza di tanti anni, possiamo affermare che il colosso coreano ha vinto la scommessa, aprendo la strada ai prodotti oggi noti negli States come Phablet (un neologismo nato dalla fusione della parola Phone e Tablet).

L’evoluzione del Samsung Galaxy Note, dalla sfida al mercato nel 2011 ad oggi

Sebbene si possa ipotizzare che non siano così popolari come la serie Galaxy standard, ogni Galaxy Note è stato generalmente accettato come parametro di riferimento per i dispositivi dotati di schermo ampio.

Prima di analizzare l’evoluzione del Samsung Galaxy Note, è bene ripercorrere schematicamente quale sia stata l’evoluzione dei modelli.

  • 2011 – Galaxy Note
  • 2012 – Galaxy Note II
  • 2013 – Note 3, Note 3 Neo
  • 2014 – Note 4, Note Edge
  • 2015 – Note 5
  • 2016 – Note 7 (ritirato dal mercato)
  • 2017 – Note 8
  • 2018 – Note 9
  • 2019Note 10 e Note 10+

Galaxy Note, il primo e storico modello

Nel settembre 2011, il “phablet” che definisce la categoria è stato il primo dispositivo Android di fascia alta a sfoggiare uno stilo retrattile nonché il primo con un display così ampio e denso di pixel (si parla di un Super AMOLED da 5,3 pollici con una risoluzione di 800 x 1280 pixel).

Il pioniere del Galaxy Note era alimentato da un chipset Samsung Exynos 4 dual-core da a 1,4 GHz (o un SoC Snapdragon S3 da 1,5 GHz in alcuni modelli) e presentava 1 GB di RAM, che all’epoca era più che sufficiente per svolgere qualunque tipo di attività. La batteria rimovibile da 2.500 mAh è stata anche tra le più potenti nel 2011.

Il dispositivo di nicchia non era assolutamente impeccabile, intendiamoci. Le telecamere, per esempio, non erano assolutamente paragonabili a quelle odierne. All’epoca però, bisogna tenere conto che si trattava di una vera e propria scommessa, un vero e proprio salto nel vuoto da parte di Samsung.

Sebbene il Samsung Galaxy Note sia stato inizialmente criticato per l’ampio display e le dimensioni complessive, alla fine queste caratteristiche ne decretarono il successo (Samsung aveva venduto circa  10 milioni di unità in meno di un anno). Indubbiamente, il successo sfrenato del primo dispositivo Galaxy Note ha rafforzato la posizione di Samsung nel settore degli smartphone.

Samsung Galaxy Note 1,2 e 3

Galaxy Note 2, squadra che vince non si cambia

Dopo il successo dell’originale Galaxy Note, Samsung ha semplicemente dovuto rilasciare un successore raffinato seguendo la strada già tracciata. Il Samsung Galaxy Note 2 appariva come un interessante upgrade del suo predecessore. A partire dal design, che è stato direttamente ispirato al Galaxy S III, e passando al foglio delle specifiche, che è stato abbastanza impressionante da solo.

Il dispositivo sfoggiava un display Super AMOLED da 5,5 pollici con una risoluzione di 720 x 1280 pixel con una densità di pixel di 265 ppi. Il chipset scelto era un Samsung Exynos 4412 quad-core da 1.6GHz, e ben 2GB di RAM, che garantiva al dispositivo di essere molto potente per l’epoca. Anche sotto il punto di vista della batteria l’upgrade appariva come sostanzioso, visto che il dispositivo passava a 3.100 mAh con relativo incremento della durata.

Di fatto, Samsung aveva mantenuto la filosofia del modello precedente, andando ad arricchirlo là dove esso aveva palesato qualche debolezza. La S Pen del Galaxy Note II è stata ulteriormente migliorata, la fotocamera ha potuto giovare di diversi miglioramenti e anche la qualità audio delle chiamate è stata incrementata.

Samsung Galaxy 3, sempre più grande

Simile all’originale Galaxy Note, era disponibile in due varianti: quella abilitata per LTE che utilizzava un SoC Snapdragon 800 quad-core da 2,3 GHz e quella solo 3G, alimentata da un Samsung Exynos 5 Octa core da 1,9 GHz.

Ancora una volta, questo phablet era aumentato di dimensioni, in quanto presentava un display Super AMOLED da 5,7 pollici con una risoluzione di 1080 x 1920 pixel, garantendo un’alta densità di pixel (386ppi). La fotocamera da 13 MP sul retro poteva girare video a 4K, un’altra novità per Samsung. I 3.200 mAh della battiera, dal canto loro, riuscivano a supportare adeguatamente il resto dell’hardware.

Un’altra caratteristica chiave era la quantità di RAM: i 3 GB di memoria operativa a bordo miglioravano ulteriormente le capacità multitasking del dispositivo. Samsung ha anche perfezionato la sua interfaccia TouchWiz e implementato una serie di miglioramenti alla S Pen, la caratteristica distintiva della serie.

Galaxy Note 3 Neo, una versione “light”

Annunciato all’inizio del 2014, il Galaxy Note 3 Neo era, in ogni caso, una versione “light” del Galaxy Note 3 e discerneva da quest’ultimo in diverse aree chiave. Innanzitutto, il display Super AMOLED si era ridotto a 5,5 pollici e la risoluzione era di 720 x 1280 pixel, il che significa che il display del Note 3 Neo aveva una densità di pixel non così elevata come il suo “gemello”, fermandosi a 267 ppi.

Il cuore del phablet era un SoC Samsung Exynos 5 Hexa core da 1,7 GHz. Anche la quantità di RAM integrata era inferiore al Note 3, assestandosi a soli 2 GB, mentre la fotocamera posteriore risultava da 8 MP. Anche la potenza della batteria ha subito un downgrade, essendo stata ridotta a 3.100 mAh.

Per quanto riguarda l’hardware, il Note 3 Neo era un po’ più vicino al Galaxy Note II. Nonostante si trattasse di un dispositivo inferiore al Note 3, la versione light poteva vantare un prezzo decisamente più abbordabile.

Galaxy Note 4, un display rivoluzionario

L’evoluzione del Samsung Galaxy Note continua con il quarto modello della serie. Si tratta del primo dispositivo della casa coreana a poter vantare un display Super AMOLED Quad HD circondato da una cornice in metallo.

Il Note 4 poteva vantare un SoC Snapdragon 805 da 2,7 GHz, questo SoC quad-core garantiva un’esperienza utente senza problemi durante quasi tutte le attività svolte da uno smartphone dell’epoca.

Simile al Galaxy Note 3, il Galaxy Note 4 veniva fornito con 3 GB di RAM, il che significa che le sue capacità multitasking risultavano ancora una volta di prim’ordine. Tutto sommato, il Galaxy Note 4 ha fissato ancora una volta nuovi standard nella categoria phablet, come avevano fatto in precedenza i suoi predecessori nel corso degli anni.

Galaxy Note Edge, un display insolito

Correva l’anno 2014, quando Samsung lanciava sul mercato il suo interessante Galaxy Note Edge. Ciò che spiccava immediatamente alla vista era il suo curioso schermo allungabile che appariva dal nulla. A parte le notevoli differenze per quanto riguarda il display da 5,6 pollici, il Galaxy Note Edge presentava un hardware e un design praticamente identico a quanto proposto dal Galaxy Note 4.

Tale dispositivo divenne una sorta di laboratorio in cui Samsung fece esperimenti che sarebbero poi venuti molto utili per i modelli successivi della linea.

Galaxy Note 5, mai giunto in Europa

Si è scritto e parlato tanto del Samsung Galaxy Note 5, in quanto un modello che mai come prima ha diviso l’opinione pubblica tra ammiratori e detrattori. È vero, ha ereditato l’incredibile design in metallo-vetro del Galaxy S6, ma ha anche perso il suo slot per schede microSD e la batteria rimovibile, considerata da molti come un errore madornale.

Inoltre, la bizzarra decisione di Samsung di non mettere a disposizione del mercato europeo tale modello ha sicuramente danneggiato le vendite complessive del portatile oltre a rendere infelici i tanti fan della linea nel vecchio continente.

Il realtà, il Note 5 era (e lo è tutt’ora) un telefono fantastico che ha segnato molte delle caratteristiche che gli utenti avevano dimostrato in precedenza di desiderare ardentemente. Oltre al design accattivante e al rapporto dimensionale schermo-struttura del dispositivo piuttosto buono, il Note 5 vantava anche l’eccellente chipset Exynos 7420, uno dei più performanti del 2015. Con i 4 GB di RAM poi, qualunque tipo di attività era veloce e fluida.

La S Pen, il principale punto di forza di ogni Note pubblicato fino a quel momento, ha anche ottenuto un aggiornamento piuttosto interessante, raggiungendo 2048 livelli di sensibilità di pressione. Sul lato software, Note 5 ha introdotto un paio di funzioni, soprattutto la scrittura a schermo che essenzialmente permette di prendere note anche senza accendere lo smartphone.

Galaxy Note 7, un phablet “esplosivo”

Se esiste un dispositivo mobile che Samsung vorrebbe cancellare dalla propria storia è senza ombra di dubbio il Galaxy Note 7.

Nonostante il dispositivo si presentasse come di buon livello, con un display Super AMOLED da 5,7 pollici con risoluzione da 2560 × 1440 pixel, processore Exynos 8890 Octa core e 4 GB di RAM, Galaxy Note venne rapidamente ritirato dal mercato poco dopo il suo lancio.

Sin dai primi giorni infatti, gli utenti hanno segnalato una serie sempre più consistente di batterie che prendevano fuoco. Nel giro di poco tempo i casi si moltiplicarono in maniera esponenziale, tanto da convincere Samsung a ritirare rapidamente dal mercato tutti i dispositivi.

Nota bene: non è una dimenticanza l’assenza di Galaxy Note 6. Questo dispositivo infatti, non è mai esistito. La serie Note era di un numero dietro rispetto alla serie S e Samsung non voleva che i clienti si chiedessero se il numero inferiore fosse associato a caratteristiche minori. Una questione di puro e semplice marketing dunque.

Galaxy Note 8, Samsung prova a riprendersi

Dopo il terribile fallimento di Note 7, Samsung aveva bisogno di ritrovare la propria verve, proponendo al pubblico un dispositivo in grado di far dimenticare il precedente. Galaxy Note 8, in tal senso, è riuscito a far recuperare di credibilità all’azienda coreana.

Il Note 8, lanciato nel 2017 sul mercato, è caratterizzato da un elegante design in vetro e metallo. Le specifiche tecniche risultano apprezzabili, con il processore 8895 SAMSUNG Exynos Quad-Core, display Super AMOLED da 6,3 pollici con risoluzione 1440 x 2960 pixel e 6 GB di RAM.

Da segnalare anche un passo in avanti importante per quanto riguarda la telecamera. Il teleobiettivo, infatti, per la prima volta consente agli utenti di riprendere immagini con la modalità Live Focus che sfoca lo sfondo e conferisce alle immagini un aspetto più professionale.

Dopo il fiasco del Note 7, questo modello è riuscito a riportare in auge una linea che avrebbe invece potuto facilmente dissolversi sotto una pioggia di critiche.

Galaxy Note 9, una super batteria

Il Galaxy Note 9 migliora uno degli aspetti più trascurati dalla linea sino a quel momento, ovvero la durata della batteria. Con una batteria da 4.000 mAh integrata, questo dispositivo è in grado di sostenere adeguatamente qualunque tipo di attività e di utente.

Samsung, in questa occasione, cambia anche il layout della fotocamera con una disposizione piuttosto insolita. Sotto la scocca, il telefono è alimentato dal chip Snapdragon 845 (o dal Exynos 9810) e può contare su 6 GB di RAM. Raddoppia anche la memoria integrata con 128 GB di memoria interna, un aggiornamento importante rispetto al passato.

La S Pen per la prima volta nella serie Note è dotata del supporto Bluetooth LE, quindi è possibile utilizzarla come controller wireless. È possibile scattare foto in remoto con un clic del pulsante S Pen, navigare attraverso una presentazione e controllare la riproduzione multimediale.

Tanti miglioramenti, ma anche un prezzo che lievita sostanzialmente. Al momento del lancio infatti, il Note 9 costava quasi 1000 euro.

Migliori smartphone business: Samsung Galaxy Note 9

Samsung Galaxy Note 10 e Note 10+, un phablet che si sdoppia

Un altro passo fondamentale per quanto riguarda l’evoluzione del Samsung Galaxy Note è il lancio sul mercato del Note 10 e del Note 10+. La doppia versione rappresenta una vera e propria novità per la serie, che può dunque offrire ai clienti un Note 10+ con uno schermo gigante, una batteria di grandi dimensioni e un gran numero di feature. Il Note 10 dal canto suo, si presenta come un dispositivo più compatto con un display più piccolo e con un prezzo più contenuto.

La serie Note 10 offre un grande miglioramento nel design e nello stile: il display si estende fino ai bordi con solo un delicato foro nella parte superiore che interrompe il grande  display. Le cornici sono quasi inesistenti e il telefono è ora notevolmente più sottile ed ergonomico rispetto al Note 9. La nuova finitura Aura Glow è anche un aspetto che cambia colore a seconda della luce che riflette ed è considerato molto appetibile sotto il punto di vista estetico.

Sotto la scocca, la serie Note 10 è praticamente identica alla serie S10 rilasciata all’inizio del 2019. Qui è possibile trovare un chip Snapdragon 855 (i modelli internazionali hanno un Exynos 9825), un display da 6,3 pollici e risoluzione da 2280 x 1080 pixel, 8 GB di RAM e una tripla fotocamera (12 Mp + 12 Mp + 16 Mp). La S Pen nel 2019 è soggetta a un restyling e resa più solida, caratterizzata da un design unibody e una vasta gamma di funzionalità tra cui la capacità di controllare la fotocamera.

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