La recente decisione dell’amministrazione Trump di escludere smartphone e altri dispositivi elettronici di consumo dalle tariffe reciproche rappresenta un cambiamento significativo, offrendo un sollievo notevole alle grandi aziende tecnologiche. In un momento in cui la Casa Bianca cerca di stabilizzare i mercati finanziari colpiti dalla guerra commerciale, questa scelta appare come una boccata d’aria fresca per molti colossi del settore.
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Esclusione di elettronica di consumo e i suoi impatti
Secondo un avviso diffuso in tarda serata da Customs and Border Patrol, smartphone, router, attrezzature per la produzione di chip, auricolari wireless e alcuni computer e laptop non saranno soggetti ai dazi reciproci. Queste tariffe, che comprendono un’imposta del 125% sui prodotti cinesi imposta da Trump, stavano già causando preoccupazioni in un contesto di crescente incertezza economica. L’esclusione di questi beni dall’applicazione delle tariffe rappresenta quindi un importante passo avanti, soprattutto per giganti tecnologici come Apple, Nvidia e Microsoft.
Questo provvedimento arriva dopo una settimana devastante per i mercati statunitensi, scossi dall’annuncio della guerra commerciale il 2 aprile, descritta da Trump come “giorno della liberazione“. Gli investitori globali hanno reagito in modo nervoso e i mercati azionari hanno subito un forte calo a seguito di questa dichiarazione.
Con questo cambiamento, si segna il primo segnale di una possibile attenuazione delle misure tariffarie contro la Cina, che, sebbene imposte e aumentate nel corso della settimana precedente, vedono ora una piccola apertura che potrebbe riportare un po’ di stabilità nei mercati.
Strategia commerciale e futuri sviluppi
L’amministrazione Trump aveva già concesso alcune esenzioni tariffarie ad altri settori, come quello dei semiconduttori e dei farmaci, ma le intenzioni di applicare ulteriori tariffe in questi ambiti rimangono ferme. Un funzionario della Casa Bianca ha indicato che gli Stati Uniti avvieranno un’indagine separata che potrebbe portare all’imposizione di dazi sui chip “a breve“.
L’esenzione per smartphone e computer sarà un successo particolare per Apple, il cui intero ciclo produttivo è in gran parte concentrato in Cina. Ricerche di mercato stimano che circa l’80% degli iPhone venga ancora prodotto in territorio cinese, nonostante i recenti sforzi aziendali per diversificare la produzione in India.
Preoccupazioni dagli stabilimenti produttivi
La maggior parte degli iPhone sono assemblati in un grande complesso industriale a Zhengzhou, gestito dal partner di produzione Foxconn. I lavoratori di questo stabilimento hanno riferito al Financial Times questa settimana che l’attività sta procedendo normalmente, ma che è viva la preoccupazione riguardo alle eventuali conseguenze della guerra commerciale. Tali timori possono influenzare non solo la produzione, ma anche i piani futuri dell’azienda in un contesto di incertezze globali.
In questo scenario di alti e bassi, rimane da vedere come si evolveranno le dinamiche della guerra commerciale e quale impatto avranno le decisioni politiche sui mercati e sulle economie di tutti i paesi coinvolti. La tensione persiste e gli occhi del mondo sono puntati sugli sviluppi futuri e sulle strategie adottate dalle autorità americane.