Le nuove tendenze anti-tecnologia: come ritrovare il contatto con la realtà

La crescente dipendenza da smartphone ha spinto alla nascita di “non-smartphone” come il Light Phone III, ma molti utenti trovano queste soluzioni deludenti e preferiscono ottimizzare i propri dispositivi esistenti.

La crescente consapevolezza degli effetti deleteri della dipendenza da smartphone ha portato a una curiosa tendenza nel mondo della tecnologia. Prodotti come il Light Phone III e il Minimal Phone rappresentano una risposta a una gestione eccessiva della tecnologia, proponendo dispositivi meno funzionali per salvaguardare la nostra vita quotidiana. Tuttavia, nonostante l’attrattiva iniziale, molti utenti scoprono che tali soluzioni non sempre soddisfano le loro aspettative.

La dipendenza da smartphone

Nel 2018, la Apple ha riconosciuto pubblicamente che la dipendenza dagli smartphone è diventata un problema significativo. La maggior parte delle persone si trova a passare ore a fissare lo schermo di un dispositivo, trascurando la vita reale che scorre attorno a loro. Un apparecchio concepito per semplificare le attività quotidiane spesso finisce per aumentare lo stress, trasformando l’utente in un servitore delle sue richieste, piuttosto che un utilizzatore libero. La società ha quindi introdotto diverse funzionalità pensate per limitare l’uso degli smartphone, ma l’efficacia di tali misure è rimasta discussibile.

L’emergere dei “non-smartphone”

Un numero esiguo di utenti ha deciso di abbandonare gli smartphone a favore dei cosiddetti “dumb phone”. Altri, invece, sono stati attratti da un’alternativa più moderna: i “non-smartphone”. Questi dispositivi, come il Light Phone III e il Minimal Phone, si propongono come una via di mezzo tra il tradizionale smartphone e il semplice cellulare, offrendo modalità di utilizzo limitate. Tuttavia, l’efficienza di tali strumenti lascia spesso a desiderare. Nonostante l’idea di semplificare la vita, l’esperienza utente risulta deludente e frustrante.

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MKBHD, un noto YouTuber tecnologico, ha condiviso la sua esperienza. Sebbene potesse inserire un evento nel calendario e indicarne la posizione, non riusciva a cliccare per iniziare la navigazione. Inoltre, il dispositivo non supportava operazioni di copia e incolla, costringendolo a digitare manualmente indirizzi senza l’ausilio della correzione automatica. Le limitazioni non si fermano qui: l’app per i messaggi non consentiva l’accesso alle chat di altre piattaforme come WhatsApp o Telegram, portando alla conclusione che ciò che si era acquistato si stava rivelando più complicato e meno pratico di un normale smartphone.

Ottimizzare il proprio smartphone esistente

Invece di spendere una somma considerevole per un dispositivo che offre meno rispetto a quanto già possediamo, una strategia decisamente più sensata è quella di ottimizzare l’uso del proprio smartphone. Questa idea ha preso piede nel 2018, proprio prima che Apple riconoscesse il problema della dipendenza. La strategia, chiamata “dieta delle notifiche”, consiste nel ridurre drasticamente le notifiche provenienti dalle applicazioni. In questo modo, si ha la possibilità di tornare a vivere la dimensione reale senza distrazioni continue.

L’utente, ad esempio, ha iniziato a scegliere un’unica applicazione per le comunicazioni importanti. Comunicare agli amici che questa sarebbe stata la migliore modalità per contattarlo, ha disattivato le notifiche per tutte le altre app. Ha poi continuato a limitare le notifiche generali, ponendosi la domanda se un avviso fosse realmente essenziale. La maggior parte delle risposte è stata negativa. Ad esempio, ha disattivato le icone con i numeri che indicano le email non lette, evitando così visivi distrattivi. Un altro passaggio importante è stato quello di impostare modalità di “focus” che consentono solo a specifiche applicazioni di interrompere l’utente in determinati momenti.

Un passo dopo l’altro verso un uso più consapevole della tecnologia

Una volta rivisitati gli applicativi necessari, è apparso utile eliminare quelli non utilizzati, contribuendo a semplificare lo schermo e rendere più agevole l’uso quotidiano. Se si desidera mantenere determinate app senza esserne inibiti dal loro costante richiamo, è opportuno rimuoverle dalla schermata principale, mantenendole accessibili via ricerca o nella libreria delle applicazioni. Queste azioni riducono notevolmente la tentazione di utilizzare applicazioni sia utili che superflue.

Infine, riordinare le schermate può rivelarsi un ulteriore vantaggio nella ricerca delle icone, certo, chi lo desidera può anche scegliere di utilizzare icone monocromatiche, ma l’esperienza ha dimostrato che mantenere colori differenti facilita notevolmente la localizzazione di un’applicazione.

Da queste semplici ma efficaci pratiche, emerge un chiaro messaggio: è possibile riconciliarsi con il proprio smartphone, tornando a considerarlo uno strumento utile per la quotidianità piuttosto che un potenziale fonte di stress.

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