La recente decisione del presidente Donald Trump di licenziare i due commissari democratici rimasti nella Federal Trade Commission ha sollevato un acceso dibattito sulla strumentalizzazione dell’agenzia indipendente. Questa situazione si inserisce nel contesto di un’amministrazione che ha mostrato un notevole controllo su enti federali, portando a interrogarsi sulle implicazioni legali e politiche di tali azioni.
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Rimozione dei commissari: il clima politico
L’amministrazione Trump ha confermato ufficialmente le rimozioni tramite un’email firmata, suscitando reazioni immediate e di forte disapprovazione da parte dei commissari coinvolti. Alvaro Bedoya, uno dei commissari licenziati, ha condiviso la notizia del suo allontanamento attraverso un messaggio sull’app Notes, definendo la mossa come un atto di corruzione. Rebecca Kelly Slaughter, l’altra commissaria colpita dalla decisione, ha descritto l’accaduto come una violazione della legge e dei principi stabiliti dalla Corte Suprema.
Le dichiarazioni di entrambi i commissari mettono in evidenza come le loro rimozioni possano essere interpretate come un segnale di favore verso interessi aziendali dominanti. Slaughter, in particolare, ha affermato che le voci di opposizione sono percepite come una minaccia dall’amministrazione, che teme che esse possano ostacolare la protezione dei consumatori nei confronti di grandi corporazioni. Bedoya ha aggiunto che Trump desidera un FTC che operi come un “cagnolino” per i suoi amici imprenditori piuttosto che affrontare questioni relative alla protezione dei consumatori e alla concorrenza.
La rimozione dei commissari e il contesto normativo
L’allontanamento di Bedoya e Slaughter è un evento insolito, specialmente considerando il contesto normativo in cui l’FTC opera. Tradizionalmente, durante i cambi di amministrazione, i presidenti possono nominare nuovi leader ma le commissioni tendono a mantenere i membri per tutta la durata del loro mandato, in modo da garantire un equilibrio bipartisan. Tuttavia, con l’arrivo di Trump alla presidenza, la situazione si è evoluta in una direzione inaspettata, con licenziamenti che rompono le convenzioni storiche.
Nel corso dell’anno, la ex presidente democratica Lina Khan era già stata rimossa dalla sua carica. Dopo la sua partenza, Trump ha nominato Andrew Ferguson come nuovo presidente dell’agenzia, e ha anche suggerito altri nomi per rafforzare la maggioranza repubblicana all’interno dell’FTC. Sebbene sia normale che il presidente scelga un leader dell’agenzia di sua fiducia, il licenziamento dei commissari non è mai stato così palese e diretto.
Le implicazioni legali e il futuro dell’FTC
Il nuovo presidente dell’FTC, Ferguson, ha espresso supporto per l’idea che i presidenti debbano avere la facoltà di licenziare i commissari delle agenzie indipendenti, sostenendo che una decisione della Corte Suprema del 1935 in merito a queste assunzioni è stata mal interpretata. In una dichiarazione rilasciata dopo i licenziamenti, ha affermato che Trump possiede l’autorità costituzionale per rimuovere i commissari, un passo che, secondo lui, è cruciale nel garantire la responsabilità democratica del governo.
Bedoya ha già annunciato l’intenzione di testimoniare di fronte ai comitati giudiziari della Colorado Joint House and Senate e ha espresso il desiderio di intraprendere azioni legali contro il suo licenziamento, affermando: “Incontrerò il presidente in tribunale.” Questo scenario non solo mette in discussione la stabilità dell’FTC ma solleva anche interrogativi sul futuro del dibattito attorno alla regolamentazione delle aziende tecnologiche e sulla protezione dei consumatori.
Le conseguenze di queste decisioni potrebbero avere un impatto significativo sulle politiche dell’agenzia e sulla sua capacità di agire come baluardo contro prassi commerciali scorrette. La lotta per riaffermare la propria indipendenza da pressioni politiche si fa sempre più complessa, mettendo in discussione il ruolo stesso dell’FTC in un contesto di crescente influenza corporate.