La recente ricerca condotta da Acer, dal titolo "Edutech: where are today's schools?", ha sollevato interrogativi sulla capacità delle scuole di adattarsi all'evoluzione tecnologica. Analizzando i dati di 712 istituti scolastici in Europa, con un particolare focus sull'Italia, il report mette in luce come la tecnologia stia avanzando più rapidamente rispetto alle metodologie didattiche adottate. È evidente che, nonostante il potenziale delle nuove tecnologie, molte scuole si trovano ancora in una fase embrionale di integrazione per l'apprendimento.
L'uso prevalente dei computer portatili
Secondo il sondaggio, l’80% degli insegnanti afferma che il computer portatile è lo strumento digitale più efficace da utilizzare in classe. Questo perché un laptop è progettato per la produzione di contenuti, mentre tablet e smartphone sono principalmente utilizzati per la fruizione. Tuttavia, l’analisi delle attuali modalità di impiego dei computer nelle scuole rivela una realtà preoccupante. Le statistiche mostrano che solo il 37% degli studenti utilizza i computer per accedere ai materiali didattici online, mentre il 35% è coinvolto in attività legate ai compiti scolastici. Inoltre, il 29% degli intervistati utilizza il computer per leggere testi in formato digitale.
Ancor più allarmante è il fatto che gli insegnanti, a loro volta, sfruttano i computer principalmente per scopi amministrativi. Il 63% degli educatori afferma di utilizzare i pc per attività burocratiche, mentre il 57% si dedica all’aggiornamento del registro elettronico. Questi dati mettono in evidenza come, nonostante la disponibilità di strumenti tecnologici, il loro utilizzo non sia orientato verso un approccio formativo innovativo, ma rimanga fermo su pratiche tradizionali.
Intelligenza artificiale e sfide nell'integrazione
L'intelligenza artificiale si sta dimostrando uno strumento potenzialmente utile nell'educazione, ma non senza le sue controversie. La ricerca ha rivelato che il 50% degli insegnanti già impiega strumenti di Generative Artificial Intelligence per pianificare le lezioni, segnalando una certa apertura verso l'innovazione. Tuttavia, il modo in cui viene percepita questa tecnologia è tutt'altro che univoco.
Mentre il 70% ritiene che l'uso dell'intelligenza artificiale possa facilitare l'organizzazione del lavoro quotidiano, il 62% degli intervistati la considera preziosa per la preparazione dei compiti. Contemporaneamente, il 49% degli educatori esprime preoccupazione riguardo al suo impatto sull'apprendimento degli studenti, sottolineando che un gran numero di ragazzi potrebbe sfruttarla per copiare durante i compiti a casa. Anche il 44% degli insegnanti manifesta timori rispetto all'uso della GenAi come strumento sostitutivo nella scrittura di testi, indicando una mancanza di fiducia nel controllo dell'apprendimento da parte degli studenti.
Una riflessione sul futuro educativo
In sintesi, il conflitto tra l'avanzamento tecnologico e la preparazione del sistema scolastico ad adattarsi a queste innovazioni è evidente. Le scuole europee, e in particolare quelle italiane, sembrano ancora lontane dall'apprezzare completamente i benefici che la tecnologia potrebbe apportare alla didattica. Il riconoscimento dei computer portatili come strumenti favorevoli, unito alla preoccupazione crescente per l'uso dell'intelligenza artificiale, segna il primo passo verso la trasformazione necessaria. Tuttavia, affinché l'educazione possa realmente beneficiare di tali innovazioni, è essenziale che vi sia una strategia mirata a integrare queste tecnologie nella formazione scolastica, in modo da garantire un apprendimento più interattivo e coinvolgente per gli studenti.