La Federal Trade Commission ha recentemente intrapreso azioni legali contro Uber, accusando la compagnia di trasporto di aver manipolato gli utilizzatori del servizio di abbonamento Uber One. Questo caso solleva domande importanti riguardo alla trasparenza e all’equità delle pratiche di abbonamento da parte delle aziende.
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Accuse contro Uber e pratiche ingannevoli
L’azione legale è stata presentata nel Distretto Settentrionale della California e sostiene che Uber abbia violato leggi sulla protezione dei consumatori. Secondo la FTC, gli utenti sarebbero stati iscritti a Uber One senza un chiaro consenso e si sarebbero trovati ad affrontare un processo di cancellazione estremamente difficile. La sottoscrizione a Uber One offre vantaggi come corse scontate e consegne gratuite al costo di 9,99 dollari al mese o 96 dollari all’anno. Tuttavia, l’agenzia afferma che Uber presenta le sue offerte in modo fuorviante, promettendo risparmi senza fornire informazioni chiare sui costi.
La FTC evidenzia come i termini e le condizioni siano spesso celati in testi poco leggibili e confusi. Le affermazioni come “cancella in qualsiasi momento” risultano irrealistiche rispetto alla complessità del processo di cancellazione. Questo argomento ricorre nella denuncia, che chiarisce come i clienti siano stati iscritti tramite finestre popup, notifiche o caselle di controllo ingannevoli al momento del pagamento.
Un processo di cancellazione complesso e frustrante
Uno dei punti salienti della causa riguarda le difficoltà che gli utenti devono affrontare quando tentano di cancellare l’abbonamento vicino alla data di fatturazione. La denuncia sostiene che Uber disabiliti l’opzione di cancellazione all’interno dell’app in questo intervallo di tempo, costringendo gli utenti a contattare l’assistenza clienti. Ma questo passaggio non è facile: le istruzioni sono poco chiare e mancanti.
I regolamenti affermano che alcuni utenti hanno ricevuto fatturazioni nonostante avessero cercato di cancellare l’abbonamento entro il periodo di prova. Inoltre, emergono testimonianze di iscritti che hanno subito addebiti anche senza avere un profilo Uber, complicando ulteriormente la situazione.
Alcuni hanno riportato di dover navigare attraverso una serie di schermate, fino a 23, e compiere fino a 32 azioni diverse per completare la cancellazione. Questo è stato descritto come un “loop” che sembra creato ad arte per esaurire gli utenti. La FTC accusa Uber di violare la Sezione 5 del FTC Act, che proibisce pratiche commerciali ingannevoli, e la Restore Online Shoppers’ Confidence Act, che richiede chiarezza e consenso informato nelle pratiche di fatturazione.
La posizione di Uber e le reazioni alla causa
In risposta alle accuse, Uber ha negato ogni illecito, definendo le affermazioni della FTC come “erronee”. Un portavoce della compagnia ha sottolineato che i processi di abbonamento sono trasparenti e conformi alle normative. Secondo Uber, le cancellazioni possono essere effettuate in modo rapido e semplice, “in 20 secondi o meno”. La compagnia sostiene che non esegue iscrizioni senza il consenso degli utenti.
Uber ha anche riportato dichiarazioni favorevoli di ex membri della FTC, tra cui l’ex presidente Tim Muris, che ha criticato l’agenzia per aver avviato la causa senza un’indagine approfondita e sulla base di “malintesi”. Tuttavia, molti utenti lamentano che la realtà della cancellazione non corrisponde affatto ai tempi brevissimi promessi.
Le esperienze di chi ha provato Uber One confermano che il sistema per disdire è complesso e poco accogliente. Chi ha avuto contatti con l’assistenza clienti spesso è rimasto deluso dalla mancanza di supporto, trovandosi a fronteggiare un ciclo infinito di informazioni poco utili.
Le prospettive future per Uber e la FTC
La FTC sta ora cercando un’ingiunzione permanente per fermare Uber da queste pratiche scorrette, oltre a comporre un risarcimento per gli utenti colpiti. Questo caso solleva importanti interrogativi riguardo a come le aziende gestiscono i modelli di abbonamento e quali misure siano necessarie per proteggere i consumatori da pratiche di marketing ingannevoli.
Le prossime mosse legali di Uber saranno sicuramente monitorate con attenzione, mentre la questione mette in luce le strategie aziendali che rischiano di compromettere la fiducia dei consumatori. Il risultato di questo caso potrebbe avere ripercussioni significative per il modo in cui le aziende in generale, non solo Uber, gestiscono la relazione con i propri clienti e le loro policy di abbonamento.