Negli ultimi anni, il numero di truffe legate alle offerte di lavoro ha raggiunto livelli allarmanti. Secondo la Federal Trade Commission, le perdite finanziarie subite dalle vittime sono passate da 90 milioni di dollari nel 2020 a ben 500 miliardi lo scorso anno. È un fenomeno che richiede attenzione e una maggiore consapevolezza da parte di chi cerca lavoro.
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La natura delle truffe sulle offerte di lavoro
Le truffe collegate alle offerte di lavoro si concentrano con frequenza sul furto di identità. Spesso, chi cerca di raggirare le persone utilizza profili LinkedIn apparentemente legittimi per avvicinarsi a potenziali vittime. L’operazione inizia generalmente con un’offerta per un colloquio di lavoro. Tuttavia, nel corso del processo di assunzione falso, al candidato viene chiesto di verificare la propria identità attraverso documenti come la patente di guida. Queste informazioni sensibili vengono poi utilizzate per aprire carte di credito e prestiti a nome della vittima, portando a danni economici rilevanti.
Il modo in cui queste truffe vengono orchestrate si evolve, e i truffatori stanno spesso adottando tecniche sofisticate che sfruttano tecnologie avanzate, comprese le video deepfake, per ingannare le loro vittime. Anche se le autorità e alcune aziende stanno sviluppando software per la rilevazione di truffe assistite dall’IA, è fondamentale che anche i candidati adottino strategie di verifica più semplici e pratiche.
Tecniche di verifica per evitare le truffe
Essere prudenti è ora fondamentale nel mondo del lavoro, dove i professionisti stanno riscoprendo metodi tradizionali di verifica per contrastare l’insicurezza. In un contesto definito “Era della Paranoia“, è comune che le persone chiedano conferme addizionali durante la comunicazione. Ad esempio, potrebbe capitare che, mentre si è al telefono con un interlocutore, si venga invitati a inviare un’email per confermare che la comunicazione sia autentica. Se un messaggio ricevuto su LinkedIn sembra sospetto, potrebbe essere utile verificare mediante un messaggio diretto su Instagram.
Alcuni professionisti hanno persino iniziato a condividere parole chiave per confermare l’autenticità delle interazioni. Questa strategia consente di assicurarsi di non essere ingannati da falsi interlocutori. È possibile, ad esempio, che in un colloquio autentico ci si ritrovi a rispondere a domande apparentemente casuali, come il nome del caffè preferito del quartiere, per dimostrare di conoscere effettivamente la zona indicata nel curriculum.
Un’altra misura di sicurezza utile è quella di chiedere all’altra persona di utilizzare la fotocamera del suo smartphone per scattare una fotografia live del laptop utilizzato per la videochiamata. Questa precauzione aiuta a determinare se la comunicazione è reale o se stiano usando una tecnologia deepfake.
La prudenza nei confronti degli avvicinamenti non richiesti
Gli approcci non sollecitati da parte dei reclutatori possono rivelarsi autentici, anche se devono sempre suscitare un campanello d’allarme. È cruciale, per chi riceve offerte di lavoro, contattare direttamente il dipartimento risorse umane dell’azienda attraverso il numero presente sul loro sito web. Questo passaggio è essenziale per verificare che l’offerta sia reale prima di fornire dati personali.
La tecnologia delle video deepfake facilita enormemente il lavoro dei truffatori, rendendo possibile l’impostazione di incontri che sembrano del tutto veritieri. Se si riceve una richiesta di aiuto inaspettata, in particolare se questa è legata a questioni finanziarie, è sempre consigliabile contattare l’interlocutore attraverso altre modalità per accertare la verità della situazione. È sempre più comune, tra le famiglie, convenire su parole d’ordine da utilizzare nel caso in cui qualcuno si trovi in una situazione di reale difficoltà.
Rimanere vigili e informati è fondamentale in un panorama lavorativo sempre più complicato dai raggiri e dalle frodi digitali.