Appelli online: Italia in prima linea nelle segnalazioni a Dublino sul moderazione dei contenuti

L’Appeals Centre Europe, inaugurato a Dublino, ha ricevuto oltre 1.500 segnalazioni in tre mesi, con l’Italia in testa per contenuti contestati come pornografia e bullismo.

Negli ultimi mesi, il dibattito sui contenuti online ha acquisito una nuova dimensione grazie all’Appeals Centre Europe, situato a Dublino. In questi primi tre mesi di operatività, il centro ha ricevuto più di 1.500 segnalazioni da tutta Europa. Tra queste, un numero significativo proviene dall’Italia, che si è dimostrata molto attiva nel segnalare contenuti problematici come pornografia, bullismo e beni soggetti a restrizioni.

L’appeals centre europe: un nuovo strumento per gli utenti

Aprendo le porte a nuove forme di appello, l’Appeals Centre Europe è stato inaugurato a novembre con l’intento di “dare potere agli utenti”. Questo obiettivo si traduce in una possibilità concreta per i cittadini, singoli o organizzazioni, di contestare le decisioni delle piattaforme sociali come Facebook, YouTube e TikTok. Gli utenti possono alzare la voce contro i blocchi ai contenuti o chiedere la rimozione di post che ritengono inappropriati. Ogni richiesta è gestita da un team di 20 moderatori, formati per valutare le contestazioni in sei lingue: francese, inglese, spagnolo, tedesco, olandese e italiano.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

A gennaio 2025, il centro ha già trattato un numero impressionante di richieste, con l’Italia in pole position per il volume di segnalazioni. Questo dimostra non solo un crescente interesse per la trasparenza nella moderazione dei contenuti, ma anche una reattività degli utenti alle potenziali ingiustizie percepite sui social media. I dati raccolti nei primi tre mesi rivelano le preoccupazioni principali degli utenti e mettono in evidenza l’importanza di avere uno spazio dedicato all’appello e alla revisione delle decisioni.

Tipologie di contenuti contestati e statistiche

Dei 1.500 appelli giunti all’Appeals Centre Europe tra novembre e febbraio, oltre 320 sono stati inviati dall’Italia. Le categorie di contenuti contestati mostrano un quadro interessante: il 18% delle richieste riguardava contenuti pornografici, seguito dal 14% per quanto concerne episodi di bullismo e molestie. Un ulteriore 11% dei casi si riferisce a post sui beni e servizi soggetti a restrizioni.

A completamento di questo panorama, la Francia ha registrato 260 richieste, la Germania 230 e la Spagna 150. La varietà delle segnalazioni, che includono anche discorsi di odio e contenuti pericolosi, evidenzia le problematiche attuali legate alla moderazione delle piattaforme sociali. Il fatto che la maggior parte delle contestazioni provengano da Facebook e TikTok , con solo il 3% per YouTube, offre inoltre spunti interessanti su quale social network gli utenti trovano più problematico.

Decisioni e conformità delle piattaforme

Dall’inizio della sua attività, l’Appeals Centre Europe ha validato circa 150 decisioni relativamente a post contestati su Facebook. Sorprendentemente, oltre il 50% di queste decisioni ha dato ragione agli utenti, il che mette in discussione l’operato delle piattaforme stesse. Anche se le sentenze emesse non sono vincolanti, la piattaforma Meta ha dichiarato di voler rispettare le decisioni del centro, segno di una relazione di collaborazione piuttosto che conflittuale.

Questa comunicazione aperta tra le piattaforme e l’Appeals Centre Europe rappresenta un passo significativo verso una maggiore responsabilità. Nonostante la tensione naturale tra moderazione dei contenuti e libertà di espressione, il centro mira a risolvere le controversie in modo efficace e senza conflitti di interesse.

Procedura di appello e costi

Quando un utente non concorda con una decisione relativa a un contenuto, ha la possibilità di presentare un appello all’Appeals Centre Europe. Per farlo, deve compilare un modulo di richiesta e pagare una commissione di 5 euro. Se la sua contestazione risulta valida, la somma verrà restituita. Viceversa, il vero costo della procedura è a carico della piattaforma, che è obbligata a sborsare 90 euro se perde la controversia. Questa struttura consente al centro di operare in modo indipendente, con la supervisione delle autorità competenti sulle tariffe e il loro utilizzo.

Questa iniziativa ha il potenziale di cambiare il modo in cui gli utenti comunicano e interagiscono con le piattaforme social, creando un’atmosfera di maggiore trasparenza e giustizia nell’ambito della moderazione dei contenuti. Con i risultati già visibili in poche settimane, l’Appeals Centre Europe si prepara a giocare un ruolo fondamentale nel plasmare le dinamiche della comunicazione online nel prossimo futuro.

Seguici su Telegram

Seguici su Telegram per ricevere le Migliori Offerte Tech

Unisciti ora