Negli scorsi anni, la guerra commerciale avviata dall’ex presidente Donald Trump ha sollevato preoccupazioni non solo per le politiche doganali, ma anche per il futuro di un settore chiave dell’economia statunitense: l’export di servizi digitali. Questo aspetto, spesso trascurato, si profila come un’importante opportunità economica, specialmente per Silicon Valley e le compagnie tech americane, che potrebbero subire gravi ripercussioni a causa dell’attenzione focalizzata sulle importazioni e sul deficit commerciale tradizionale.
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Le segnalazioni degli esperti sulle esportazioni digitali
Un rapporto pubblicato di recente da Allianz Trade, una società di intelligence che monitora i rischi legati al commercio globale, mette in evidenza l’importanza di ripensare l’approccio statunitense alla guerra commerciale. La ricerca, basata su un sondaggio che ha coinvolto 4.500 aziende a livello mondiale, intende catturare l’impatto dell’escalation delle tensioni commerciali. Tra i vari risultati, gli esperti hanno allertato sul fatto che l’ossessione degli Stati Uniti per il deficit commerciale, che supera il trilione di dollari, potrebbe compromettere una delle aree più promettenti dell’economia, nota come “invisible exports” o esportazioni invisibili.
Questi servizi digitali coprono un ampio spettro, dalle pubblicità online ai servizi di streaming video, dalle piattaforme cloud ai sistemi di pagamento elettronico. Secondo stime recenti, gli Stati Uniti vantano un surplus commerciale digitale di almeno 600 miliardi di dollari. Tuttavia, monitorare questi flussi commerciali non è semplice, poiché molti dei servizi sono forniti attraverso affiliate estere, rendendo i dati meno immediati da quantificare e analizzare.
Il surplus nelle esportazioni invisibili
Allianz Trade sottolinea che il valore di queste esportazioni nascoste ha superato, di gran lunga, la crescita del commercio di beni tradizionali negli ultimi vent’anni. Ciò avviene mentre le statistiche tradizionali non riescono a contabilizzare correttamente questi flussi, lasciando l’idea di un deficit commerciale globale non totalmente accurata. A differenza delle merci, che sono visibili e contabilizzabili nei porti e nei magazzini, il commercio di servizi digitali è meno tangibile, ma altrettanto cruciale per l’economia.
Il report evidenzia l’urgenza per gli Stati Uniti di adottare un nuovo approccio che includa questi “invisibility exports” nella loro strategia commerciale. Se il governo Trump non rivede le proprie politiche e narrazioni commerciali per includere un’attenta analisi di queste esportazioni, si rischia di compromettere un vantaggio competitivo fondamentale, sostenuto dalle aziende innovative americane e dalla vasta infrastruttura di dati presente nel paese.
Il potenziale del commercio digitale nel contesto globale
Oggi, le esportazioni digitali statunitensi costituiscono una quota significativa del commercio mondiale, rappresentando circa il 3,6% del totale e in continua crescita. Queste esportazioni invisibili generano entrate per gli Stati Uniti senza necessità di caricare container sulle navi, rivelando una nuova realtà economica. In un’epoca in cui il commercio sta cambiando, le attrezzature, come i router e i data center, hanno assunto un’importanza strategica paragonabile a quella dei porti e delle fabbriche, essenziali per mantenere il predominio degli Stati Uniti a livello globale.
Il focus sugli scambi digitali non è solo un tema economico, ma riflette anche un’evoluzione nelle dinamiche commerciali mondiali. Mentre gli Stati Uniti continuano a negoziare con altre nazioni su questioni commerciali, è cruciale che il paese riconosca e valorizzi il potenziale di questo settore per non far svanire uno dei suoi principali vantaggi competitivi.