Il settore automotive in Italia sta affrontando una fase di grande difficoltà, con ripercussioni significative anche sull'indotto torinese. A far emergere la criticità di questo contesto è l'annuncio della multinazionale giapponese Yazaki, specializzata nella produzione di cablaggi per veicoli, che ha deliberato il licenziamento di 52 dei suoi 75 dipendenti della sede di Grugliasco, in provincia di Torino. Tale decisione è pervenuta alla vigilia delle festività natalizie, segnando un momento drammatico per i lavoratori coinvolti e per il tessuto economico locale, in seguito al taglio delle commesse da parte di Maserati, storica cliente della società.
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Conseguenze del ridimensionamento di Yazaki
Yazaki ha già avviato una serie di operazioni di razionalizzazione che hanno portato al trasferimento del magazzino in Campania e alla completa eliminazione del servizio di customer care. Questa strategia di riduzione dei costi ha sollevato preoccupazioni tra i sindacati e i dipendenti, portando a un imminente incontro tra rappresentanti dell'azienda e sindacalisti presso l'Unione Industriali di Torino, fissato per l'11 dicembre. Le prospettive di una trattativa costruttiva, tuttavia, sembrano limitate, alimentando il timore di ulteriori restrizioni nel posto di lavoro.
La crisi di Maserati e il futuro produttivo
La situazione di Maserati, da cui Yazaki dipende pesantemente, sta vivendo un momento critico. Lo stabilimento di Mirafiori ha interrotto la produzione fino a gennaio a causa della mancanza di ordini, e attualmente le linee sono dedicate soltanto ai modelli Granturismo e Grancabrio, con una produzione ridotta a circa 10 vetture al giorno. Le previsioni per il 2024 non offrono scenari migliori, accennando a un'ulteriore diminuzione della produzione a poche centinaia di unità. Questo contesto preoccupante riempie di ansia gli impiegati e evidenzia quanto sia instabile la situazione nel settore automotive, che una volta rappresentava un pilastro dell’industria italiana.
Le voci dei rappresentanti sindacali
Giusy D'Agostino, rappresentante della Filcams Cgil, ha sollevato interrogativi sull'impatto di questi licenziamenti, affermando che l'azienda ha scelto di "mettere alla porta 52 persone", lasciando incomplete le aspettative di quelli che rimarranno. D'Agostino percepisce questi passaggi come una chiusura silente di attività, un ulteriore colpo per un territorio già colpito da molteplici crisi industriali. Pietro Bello, lavoratore e rappresentante sindacale presso Yazaki, ha evidenziato la lenta ma inesorabile decadenza del personale, citando i tempi floridi in cui l'azienda poteva contare su 120 dipendenti e un lavoro per marchi a grande richiesta, mentre ora il focus è ridotto solo all'export.
Le ripercussioni sull'indotto torinese
La crisi di Maserati ha già generato un effetto domino che si sta estendendo a tutto l'indotto automotive di Torino. A confronto con questa situazione, Giusy D'Agostino ha avvertito sulla possibilità di rimanere di fronte a una stagione particolarmente complessa, con l’aspettativa di ulteriori crisi nel settore, come quella vissuta dalla Lear di Grugliasco. La Lear, fornitrice di sedili per Maserati e per la nuova 500 elettrica, è anche essa in difficoltà, con una prospettiva di massimo un ulteriore anno di cassa integrazione per i 400 dipendenti, grazie al sostegno di "Torino area di crisi complessa". L'incertezza riguardo al futuro dell'intero stabilimento è palpabile, evidenziando come la chiusura dello stabilimento Maserati di Grugliasco, avvenuta nel 2023 e inaugurato solo 10 anni fa dall’ex CEO Sergio Marchionne, abbia sconvolto l'intero comparto industriale locale e le prospettive di sviluppo economico della zona.