Nel contesto attuale delle guerre per la privacy e la sicurezza digitale, WhatsApp ha annunciato di aver interrotto una campagna di spyware che ha preso di mira giornalisti e membri della società civile. Questo attacco è stato attribuito a Paragon Solutions, una compagnia israeliana specializzata nel software di sorveglianza. La notizia è stata riportata da fonti affidabili come The Guardian e Reuters, alimentando il dibattito sulle minacce alla libertà di espressione.
Dettagli dell'operazione e degli utenti colpiti
Secondo le informazioni ricevute, circa 90 utenti sarebbero stati coinvolti nella campagna di spyware messa in atto da Paragon Solutions. WhatsApp ha dichiarato di avere "alta fiducia" che questi utenti siano stati specificamente mirati e "possibilmente compromessi". L'azienda ha già contattato le persone coinvolte per informarli della potenziale violazione della loro privacy. L'app di messaggistica, di proprietà di Meta, ha agito rapidamente, inviando un ordine di cessazione e desistenza a Paragon e sta valutando le azioni legali da intraprendere.
Paragon Solutions è stata recentemente identificata come un concorrente del noto produttore di spyware NSO Group, responsabile di diversi attacchi mirati. Malgrado la presunta reputazione "etica" di Paragon nel settore della difesa informatica, le sue pratiche sollevano preoccupazioni significative riguardo ai diritti umani e alla libertà di stampa.
Il ruolo di Paragon Solutions e le implicazioni legali
Acquisita nel 2024 dalla Florida-based AE Industrial Partners, Paragon ha suscitato l’attenzione non solo per le sue operazioni di cyberspionaggio. Recentemente, è emerso che il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha firmato un contratto da 2 milioni di dollari con l’azienda. Ciò suggerisce un crescente interesse da parte delle autorità per utilizzare strumenti di sorveglianza in contesti giudiziari e di sicurezza nazionale, aprendo a interrogativi etici riguardo alla loro applicazione.
WhatsApp aveva già adottato misure legali nei confronti di NSO Group nel 2019, dopo che si era scoperto che l'azienda israeliana aveva preso di mira circa 1400 utenti, tra cui giornalisti e attivisti. Paragon, avendo ora attirato l'attenzione di WhatsApp, potrebbe trovarsi nell'occhio del ciclone legale, in un contesto in cui le compagnie di spyware sono sempre più sotto scrutinio per le loro pratiche operative.
La posizione di WhatsApp e la lotta contro lo spyware
In una recente dichiarazione, WhatsApp ha sottolineato la necessità di rendere responsabili le aziende di spyware per le loro azioni illecite: “Questo è l'ultimo esempio di come le compagnie di spyware debbano rispondere delle loro azioni illegali”. Inoltre, ha ribadito il suo impegno nella protezione della comunicazione privata degli utenti, evidenziando l’importanza di preservare la sicurezza e la riservatezza nel panorama digitale attuale.
La decisione di WhatsApp di interrompere la campagna di spyware rappresenta un passo significativo nella lotta contro le minacce informatiche e la sorveglianza non autorizzata. Tuttavia, rimane da vedere quali azioni legali e misure preventive potrebbero emergere da questo evento, mentre la compagnia continua a monitorare la situazione e a tutelare i diritti dei suoi utenti.