La NASA ha rivelato oggi risultati straordinari derivanti dalle analisi effettuate sui campioni raccolti dall’asteroide Bennu, durante la missione Osiris-Rex. Questi dati, ottenuti da un lungo viaggio spaziale, offrono nuove prospettive sulle origini della vita sulla Terra e suggeriscono che i componenti basilari della biologia potrebbero avere radici cosmiche.
Dallo spazio a Terra: il viaggio della Osiris-Rex
Il progetto Osiris-Rex è stato lanciato il 8 settembre 2016 dalla NASA, con l’obiettivo di esplorare l’asteroide Bennu. Questo corpo celeste, considerato un relitto del nostro sistema solare, ha attratto l'attenzione degli scienziati per le sue potenziali connessioni con le origini della vita. Nel 2018, la sonda ha raggiunto Bennu, iniziando così un periodo di studi intensivi che sono proseguiti fino al suo atterraggio il 20 ottobre 2020. Qui la sonda ha raccolto campioni di superficie, ripartendo nel 2021 per tornare sulla Terra.
Dopo un viaggio di due anni, il 24 settembre 2023 la capsula contenente i campioni è stata rilasciata a circa 102.000 chilometri dalla Terra, per poi rientrare nell'atmosfera a una velocità impressionante di 44.500 km/h. Il suo atterraggio si è svolto presso la base Utah Test and Training Range, con l'operazione che ha segnato una pietra miliare nella ricerca spaziale.
L'ottobre dello stesso anno ha visto il primo annuncio dei risultati delle analisi, che già riportavano la presenza di elementi fondamentali per la vita, quali carbonio e acqua. Successive indagini hanno portato alla scoperta di fosfato di sodio e magnesio, suggerendo che Bennu potrebbe derivare da un'antica formazione planetaria con oceani.
La presenza di amminoacidi e basi azotate
Le recenti scoperte sul materiale raccolto forniscono evidenze di amminoacidi e delle cinque basi azotate fondamentali, essenziali per la vita: adenina, guanina, citosina, timina e uracile. Queste sostanze sono i mattoni costitutivi per la sintesi di acidi nucleici e proteine, indicando che le condizioni chimiche presenti su Bennu potrebbero essere state favorevoli all'emergere dei primi elementi viventi.
L'analisi dettagliata ha sfruttato tecniche all'avanguardia, rivelando una ricca varietà di composti. La presenza non solo di amminoacidi, ma anche di tutti i costituenti del DNA e dell’RNA, ci porta a riflettere sull'importanza per le reazioni chimiche avvenute su questi asteroidi. Ciò alimenta l'ipotesi che asteroidi come Bennu possano aver fornito i componenti chiave necessari per l'origine della vita sulla Terra.
Dal punto di vista scientifico, risulta interessante che gli amminoacidi trovati siano variati in forma, compresi entrambi gli enantiomeri. Questo è particolarmente significativo poiché, sulla Terra, la vita utilizza prevalentemente l'enantiomero sinistrorso.
Il significato delle scoperte per la ricerca sulla vita extraterrestre
Nonostante queste trovate non possano essere considerate prove definitive dell'esistenza di vita al di fuori della Terra, esse supportano l'idea che gli asteroidi possano aver avuto un ruolo cruciale nelle reazioni chimiche primordiali. La ricerca ha rivelato una quantità significativa di composti azotati stabili nel tempo, dimostrando che la loro formazione può avvenire in ambienti extraterrestri, probabilmente legati a processi chimici simili a quelli che hanno facilitato la vita qualche miliardo di anni fa.
Tale comprensione implica che le collisioni tra questi corpi celesti e pianeti come la Terra non siano da sottovalutare. Potrebbero aver trasportato materiali organici complessi, contribuendo all'emergere di forme di vita. L'analisi continua da parte di team di scienziati, con strumenti sofisticati, aiuterà a rivelare ulteriormente i misteri legati a questi composti e il loro ruolo nella chimica prebiotica.