Con l'introduzione dei Riepiloghi AI nel maggio dell'anno scorso, Google ha subito un’immediata reazione negativa da parte degli utenti. Questi riepiloghi tendevano a estrarre informazioni da post di Reddit palesemente ilari o da articoli falsi, generando confusione e frustrazione tra coloro che cercavano risposte affidabili. Dopo vari feedback, il colosso tecnologico ha deciso di ridimensionare l'uso di queste funzionalità, ma, nel tempo, ha iniziato a reintegrarle con cautela nei risultati di ricerca.
Le peculiarità dei riepiloghi AI
I Riepiloghi AI non vengono mostrati in tutte le ricerche, lasciando spazio a un'altra possibilità per gli utenti: escludere la visualizzazione di questa funzione indesiderata. Una delle tecniche emerse recentemente sui social è quella di inserire parolacce all’interno delle query di ricerca. Un utente ha suggerito che basti scrivere una parolaccia per ottenere una pagina di ricerca tradizionale, senza i famigerati Riepiloghi AI. Questa curiosa scoperta ha rapidamente preso piede su piattaforme come BlueSky, dove utenti entusiasti hanno condiviso le loro esperienze.
A questo punto, abbiamo voluto testare l'efficacia di questa metodologia. Abbiamo formulato domande come "Come si rimuovono i riepiloghi AI?" e "Cos'è Tom's Guide?", le quali, secondo le abitudini di ricerca, avrebbero normalmente attivato un riepilogo da parte di Google.
Il risultato del test
Ebbene, il test ha effettivamente prodotto gli effetti sperati. Quando si cercavano le domande sopra citate, i Riepiloghi AI apparivano normalmente nella parte superiore della pagina. Tuttavia, aggiungendo un'osservazione colorita, i risultati cambiavano drasticamente. La pagina mostrava risultati più tradizionali senza alcun intervento dell'AI. Ad esempio, una ricerca su Tom's Guide mostrava riassunti provenienti dalla nostra pagina LinkedIn e da altre fonti, segno che, a volte, Google integra informazioni diverse e pertinenti.
L'interazione tra parolacce e intelligenza artificiale
Il fenomeno solleva interrogativi interessanti riguardo a come Google gestisca i termini offensivi all'interno delle sue ricerche. Sembra che l'algoritmo dell'AI di Google eviti di utilizzare parolacce o di visualizzarle nei riepiloghi. Pertanto, inserire termini come "fuck" o "shit" potrebbe attivare una sorta di protocollo di sicurezza che impedisce la generazione di questi riepiloghi. È essenziale notare, però, che l'uso di un linguaggio volgare può comportare la visualizzazione di contenuti non adatti a un ambiente lavorativo. Questo dimostra come l'interazione con un sistema AI possa essere complessa, influenzando notevolmente i risultati di ricerca.
Metodi alternativi per gestire i riepiloghi AI
Per chi non desidera ricorrere a un linguaggio esplicito, esistono altri metodi per navigare su Google senza l'intrusione dei Riepiloghi AI. Una possibilità è quella di modificare l'URL di ricerca aggiungendo &udm=14, che bisognerebbe notare rimuove sia i Riepiloghi AI che i frammenti web. Un'altra opzione consiste nel visitare un sito che automatizza questa funzione. Inoltre, un metodo più adatto a un pubblico generale è quello di aggiungere un segno meno alla fine della ricerca insieme a parole specifiche, anche se molti utenti suggeriscono di utilizzare "-ai".
Dal punto di vista dell’esperienza utente, esprimere frustrazione nei confronti di un sistema automatizzato non è una novità. Al contrario, sembra esserci una certa soddisfazione nell’utilizzare questi metodi per lasciare che la tradizione del motore di ricerca torni in prima linea, mentre le funzionalità AI vengono affiancate con cautela.