Fondatore di una startup di intelligenza artificiale accusato di frode a San Francisco

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Un fondatore di una startup di intelligenza artificiale di San Francisco è stato accusato di frodi e cospirazione insieme alla moglie, a danno di investitori per un totale di 60 milioni di dollari. Questa notizia, emersa recentemente, ha attirato l’attenzione non solo per la somma in gioco, ma anche per il coinvolgimento di figure chiave nel settore tecnologico.

Le accuse contro Alexander Beckman e Valerie Lau Beckman

Alexander Beckman, fondatore di GameOn Technology , e sua moglie Valerie Lau Beckman, un avvocato che aveva lavorato per la startup, sono stati accusati dalla Procura degli Stati Uniti per il Distretto Settentrionale della California. Secondo un comunicato stampa ufficiale, entrambi affrontano 25 capi d'accusa, inclusi cospirazione, frodi telematiche, frodi nel mercato dei titoli e furto d'identità. Lau è inoltre accusata di ostruzione della giustizia per presunta cancellazione di prove.

Se dichiarati colpevoli, Alexander Beckman, 41 anni, potrebbe affrontare pene detentive superiori ai 60 anni, mentre Valerie Lau, 38 anni, rischierebbe fino a 80 anni di reclusione. L'inchiesta mette in evidenza una serie di operazioni sospette condotte dalla coppia, facendone un caso che potrebbe avere conseguenze significative nel panorama delle startup tecnologiche.

Storia di GameOn Technology e il suo modello di business

Fondata nel 2014, GameOn Technology è diventata nota per lo sviluppo di un chatbot di customer service che attualmente trova applicazione presso grandi leghe sportive come la NFL, ma anche in marchi di lusso come Valentino e Armani Exchange. Tuttavia, le accuse sollevate dall'accusa sostengono che il piano aziendale di Beckman fosse insostenibile fin dall’inizio.

Il chatbot di GameOn veniva originariamente offerto come un "pilot gratuito senza alcun contratto", limitando così le possibilità di generare un reddito significativo. Secondo quanto emerso dall'indagine, la startup si trovava frequentemente a pagare costose commissioni annuali ai clienti senza ricevere alcuna entrata in cambio. In un'occasione specifica, GameOn avrebbe corrisposto "centinaia di migliaia di dollari" a una lega sportiva, senza ottenere alcun pagamento o condivisione dei profitti.

La strategia fraudolenta per attrarre investimenti

Alla luce di tali difficoltà economiche, l’accusa asserisce che Beckman si sarebbe affidato solamente agli investitori per mantenere a galla l'azienda. Secondo l’indictment, dal 2018 in avanti, Beckman avrebbe ideato un "piano audace e di ampia portata" per frodare gli investitori, cercando di raccogliere milioni per coprire sia le spese aziendali che quelle personali. Questa strategia avrebbe avuto come obiettivo principale quello di far credere ai potenziali investitori in una startup prospera e in crescita.

Il caso di Beckman e Lau getta un’ombra sul settore delle startup, mettendo in luce come l’attrattiva dell'intelligenza artificiale possa talvolta nascondere pratiche poco scrupolose. Con l'industria della tecnologia in continua espansione, la necessità di trasparenza e integrità negli affari è più importante che mai.

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