Una recente testimonianza durante il processo antitrust contro Google ha portato in luce informazioni significative riguardo ai rapporti tra Google e Samsung, specificamente in merito al pagamento per l’installazione predefinita dell’app Gemini sui dispositivi Samsung. Secondo quanto riportato da Bloomberg, emergono nuovi dettagli legali e finanziari, che potrebbero influenzare la strategia commerciale futura di Google, alla luce della recente decisione del giudice Amit Mehta, che ha definito il motore di ricerca di Google un monopolio illegale.
Accordi finanziari tra Google e Samsung: un flusso di denaro mensile
Il piccolo mondo della tecnologia mostra ogni giorno nuove relazioni commerciali e accordi, ma il caso attuale è emblematico. Peter Fitzgerald, vicepresidente delle piattaforme e delle partnership di Google, ha chiarito in aula che i pagamenti mensili destinati a Samsung sono iniziati lo scorso gennaio. Questo avviene in un contesto in cui Google ha già affrontato accuse di violazione delle leggi antitrust, citando precedenti accordi simili con colossi come Apple e altre aziende.
Con il lancio della serie Galaxy S25 avvenuto a gennaio, Samsung ha introdotto Gemini come assistente AI predefinito, relegando il tradizionale assistente Bixby a un ruolo secondario. Ciò evidenzia non solo la rilevanza dell’app di Google, ma anche la crescente importanza della tecnologia AI nel settore degli smartphone.
In aula, Fitzgerald ha delineato i termini del contratto che lega Google a Samsung: un accordo biennale, che prevede non solo pagamenti mensili sostanziali, ma anche una percentuale delle entrate pubblicitarie generate dall’app Gemini. Questa impostazione ha impressionato i presenti, poiché un avvocato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha descritto il pagamento fisso come un “sommario enorme”, sebbene l’importo esatto non sia stato rivelato.
La concorrenza tra assistenti virtuali e l’adeguamento alle norme
Durante l’udienza, Fitzgerald ha anche sostenuto che altre aziende, tra cui Microsoft e Perplexity, avevano presentato offerte a Samsung per la preinstallazione delle loro app di assistenza AI. Tuttavia, la questione centrale è che le lettere di modifica degli accordi da parte di Google, portate all’attenzione durante il processo, sono state inviate soltanto la settimana scorsa, suggerendo un tentativo di adeguamento alla situazione legale subito prima dell’inizio del processo.
In un’altra parte della testimonianza, sono emersi documenti interni che rivelano che Google stava considerando di implementare accordi di distribuzione più restrittivi, i quali avrebbero obbligato i partner ad installare Gemini insieme al motore di ricerca e al browser Chrome. Questi dettagli pongono interrogativi significativi sulle tattiche di Google nel mantenere la sua posizione nel mercato e nelle relazioni interaziendali.
Le implicazioni legali per il futuro di Google
Se la posizione del Dipartimento di Giustizia prevalesse nel processo, potrebbero derivarne varie limitazioni per Google. Ciò includerebbe il divieto di stipulare nuovi accordi per il posizionamento predefinito e la potenziale vendita di Chrome come prodotto autonomo. Ulteriormente, Google potrebbe essere obbligata a concedere in licenza la maggior parte dei dati che alimentano il suo motore di ricerca, cambiando radicalmente il panorama delle operazioni commerciali dell’azienda.
La battaglia legale in corso rappresenta un punto di svolta significativo per Google, non solo per il suo business e la sua reputazione, ma anche per l’intero ecosistema tecnologico che ruota attorno a dispositivi e servizi di intelligenza artificiale. Quello che nel 2025 si sta rivelando è un campo di battaglia non solo legale, ma anche economico e strategico, con effetti a lungo termine per i colossi tecnologici e per i consumatori.