USA-Cina, vicini alla soluzione: ZTE pagherà una multa salatissima

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La tensione tra USA e Cina, che ha portato al “ban” nei confronti di alcuni brand, sembra lentamente scemare. Può quindi tirare un sospiro di sollievo ZTE, che è stata a tutti gli effetti l’azienda più colpita dal divieto imposto dall’amministrazione Trump. Lo stesso presidente USA aveva deciso di impegnarsi in prima persona perchè la situazione per il marchio si era fatta pesantissima.

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Ora sembra raggiunto l’accordo tra ZTE e il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, che permetterebbe al secondo produttore di apparecchiature di telecomunicazioni della Cina di riprendere gli affari con i fornitori statunitensi. L’annuncio della rinnovata intesa è stato reso pubblico lunedì: la compagnia ha accettato di pagare una multa salatissima per aver ceduto all’Iran alcuni componenti realizzati negli Stati Uniti.

Un particolare che ha spinto l’amministrazione USA ad imporre il divieto per ZTE di acquistare parti statunitensi: un provvedimento che non verrà revocato finché la società non pagherà la multa e depositerà 400 milioni di dollari in garanzia in una banca approvata dagli Stati Uniti.

Il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha dichiarato nella giornata di domenica che il presidente Donald Trump ha accettato la revoca del divieto come favore personale al presidente della Cina.

ZTE deve sostituire i consigli di amministrazione di due entità aziendali entro 30 giorni, secondo un ordine di 21 pagine firmato l’8 giugno e pubblicato lunedì sul sito web del Dipartimento del Commercio insieme all’accordo tra le parti.

ZTE è chiamata anche a sostituire tutti i membri dei vertici, ritenuti responsabili della violazione riscontrata dagli USA: lo scorso anno, infatti, l’azienda cinese si è dichiarata colpevole di aver eluso gli embarghi statunitensi vendendo attrezzature americane all’Iran.

Nell’ambito dell’accordo, ZTE pagherà una sanzione totale di 1,7 miliardi di dollari, ovvero i 361 milioni già pagati come parte di un accordo stipulato a marzo 2017 e 1.400.000.000 di dollari che andranno in garanzia.

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