Nel campo della robotica, molte delle macchine attualmente in uso si basano su sistemi di controllo complessi, prevalentemente alimentati da intelligenza artificiale, che dirigono i loro movimenti. Questi “cervelli elettronici” centrali richiedono tempo per reagire ai cambiamenti ambientali, dando luogo a movimenti che spesso risultano impacciati e, appunto, robotici. Tuttavia, una recente innovazione da parte di scienziati olandesi ha aperto nuove strade. Presso l’AMOLF di Amsterdam, è stato sviluppato un robot capace di correre, superare ostacoli e persino nuotare, tutto questo senza possedere alcun tipo di cervello.
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La fisica del “ballerino nel cielo”
Alberto Comoretto, un robotista attivo presso l’AMOLF e autore principale dello studio, ha vissuto l’inizio di questa ricerca quasi per caso. Mentre lavorava a un altro progetto, si è trovato a piegare un tubo per impedire il passaggio dell’aria. Con sua sorpresa, il tubo ha iniziato a oscillare a frequenze molto elevate, producendo un rumore forte e inaspettato. Curioso di scoprire la causa di quel movimento, Comoretto ha utilizzato una telecamera ad alta velocità per catturare la dinamica del tubo.
Analizzando le registrazioni, ha osservato che il movimento era il risultato del gioco di pressione dell’aria all’interno del tubo e della sua forma. Ogni volta che il tubo presentava una piega, l’aumento della pressione spingeva questa piega lungo il tubo stesso, abbassando successivamente la pressione e creando una nuova piega. Questo meccanismo dava vita a un ciclo continuo di movimento, che Comoretto ha descritto come una motion periodica, asimmetrica e auto-sostenuta.
L’entusiasmo di Comoretto derivava non solo dalla scoperta in sé, ma anche dal fatto che quella stessa fisica dell’aria era stata utilizzata da Peter Marshall, Doron Gazit e Aireh Dranger per progettare i famosi “Fly Guys” che danzavano durante le Olimpiadi di Atlanta del 1996. Inoltre, l’asimmetria e la periodicità che caratterizzavano il movimento del tubo rimandavano a schemi presenti nei movimenti di tutti gli organismi viventi, dai batteri agli esseri umani.
Un futuro senza cervello per i robot
L’idea di un robot in grado di eseguire complesse manovre senza un sistema di controllo centrale è intrigante e potrebbe segnare un passo avanti nel campo della robotica autonoma. Pensare che un dispositivo possa muoversi e reagire all’ambiente circostante attraverso la fisica dell’aria apre a numerose applicazioni. Immaginate macchine in grado di muoversi in spazi ristretti, superare ostacoli e adattarsi a vari ambienti semplicemente sfruttando il flusso d’aria.
Questi progressi non solo potrebbero rivoluzionare il settore della robotica, ma anche cambiare il modo in cui pensiamo all’intelligenza artificiale. Potremmo trovarci di fronte a una nuova era di robot che non richiedono complessi algoritmi per operare, ma che si basano su principi fisici fondamentali, rendendo la tecnologia non solo più accessibile ma anche più sostenibile.
La ricerca è solo all’inizio, ma la direzione sembra promettente. Col passare del tempo e l’avanzamento degli studi, è probabile che queste macchine senza cervello possano diventare parte della nostra vita quotidiana, portando con sé soluzioni innovative per affrontare le sfide moderne.