RPG può non essere sinonimo di Final Fantasy: Shin Megami Tensei ne è la prova. Affrontiamo un nuovo capitolo di una delle migliori saghe del filone fantasy nipponico che ancora ci accompagnano vive e vegete.
Shin Megami Tensei, quattro incarnazioni e non sentirle
Nonostante in ambiente Nintendo, nei tempi passati, fosse circolata la diceria secondo cui i JRPG non fossero più disposti ad intrattenere e divertire il pubblico come sempre, la stessa software house nipponica ha provveduto a smentire tale trend, diventando ambiente di accoglienza preferenziale per i pesi massimi del genere, a causa delle tematiche volutamente impressionanti e dark, con messaggi di natura esoterica e riflessiva. Gran parte del successo della serie è dovuta alla presenza di Kazuma Kaneko, che con la sua qualità di scrittura è riuscito a mantenere elevate le aspettative per Shin Megami Tensei, gestendo inoltre il conflitto tra Mikado (regno di luce) e la novella Tokyo (opprimente e gravescente di creature mostruose).
In questo nuovo capitolo, le ambientazioni verranno integrate con scelte di design (sotto forma di immagini e rimodellamento 3D dei nemici) in grado di trasmettere in maniera ancora più impressionante il dislivello tra i due fronti in guerra, con un accento spiccatissimo sui contenuti delle missioni. Menzionate spessissimo durante la trama principale anche da Burroughs (la nostra nuova intelligenza artificiale), la storia si biforcherà in segmenti paralleli in cui dovremo trovare e sopprimere nemici, raccogliere oggetti ed andare fondamentalmente alla scoperta di nuovi luoghi. Atlus, comunque, non rischia più di tanto a livello narrativo, includendo colpi di scena prevedibili per l’utente medio, che soprattutto non abbia nuova confidenza col titolo, cercando di sopperire con le dimensioni di dungeon e labirinti tipiche di Shin Megami Tensei.
Combat system veloce a fronte di un gameplay “rodato”
Risulta così evidente che anche il sistema di lotta ed evocazioni demoniache non si discosti più di tanto dal consueto, permettendoci di testare svariate combinazioni che porteranno alla tripletta fatale di creature che ci accompagneranno durante la nostra saga. Saper utilizzare magie opportune e creare danni extra rappresenta sempre una componente fondamentale del sistema di battle, enfatizzando soprattutto gli elementi deboli del proprio party, che spesso potranno portare alla sconfitta inesorabile nonostante la scelta di più elementi validi. L’ostilità complessiva nei confronti di questo sistema di battaglie è oggettiva, ma assieme alla gestione di abilità derivanti dai level up rappresenta uno dei fattori fondamentali per la longevità di Shin Megami Tensei.
Nonostante un comparto stilistico che stenta a svecchiarsi, e di una modellazione poligonale spesso insufficiente e scarna (non aiutata dalla presenza di un 3D per cui non si evincono ragioni sufficienti per attivarlo), Shin Megami Tensei si alterna tra la realizzazione di routine (ivi incluse le soundtrack) ed il mantenimento di una tradizione consolidata, accattivante per certi aspetti, ma non sempre in grado di suscitare nuove emozioni. Voto Finale: 7,8