Ricaricare i dispositivi poggiandoli sul MacBook. Apple punta all’ecosistema di ricarica wireless

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Tra le tante idee su cui sta lavorando Apple ci sarebbe anche l’integrazione di più bobine per la ricarica induttiva nei MacBook e negli iPad, in modo tale da poterle utilizzare come caricabatterie wireless per altri dispositivi. Lo rivela un brevetto, individuato da Patently Apple e presentato proprio dal gigante di Cupertino, che prende il nome di “Ricarica induttiva tra dispositivi elettronici”. Stando alla fonte, il brevetto è stato concesso dall’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti.

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La tecnologia di ricarica induttiva da dispositivo a dispositivo è un vecchio pallino del colosso del CEO Tim Cook, che studia questa soluzione fin da marzo 2016, quando vennero depositati per la prima volta i brevetti (ora concessi). Apple ha depositato più brevetti relativi a questa tecnologia, e basta questo per sottolineare come l’azienda sia fortemente orientata a raggiungere questo obiettivo.

Questo brevetto evidenzia come tutti i dispositivi mobili Apple, inclusi Apple Watch, iPhone, iPad e MacBook, potrebbero utilizzare insieme un ecosistema di ricarica wireless. Le immagini incluse nel brevetto presentano un numero piuttosto importante di posizionamenti delle bobine per una gamma di dispositivi Apple portatili.

Nel brevetto di Apple si evince un’ampia varietà di possibili implementazioni per la ricarica wireless da dispositivo a dispositivo. Ad esempio, il coperchio di un MacBook potrebbe contenere una serie di bobine induttive rivolte verso l’alto, consentendo ai dispositivi di caricarsi semplicemente rimanendo appoggiati sul prodotto. Inoltre, le bobine possono anche essere posizionate sui poggiapolsi e sul trackpad di un MacBook.

La bella caratteristica di questo sistema di ricarica wireless è che si tratta di una struttura a due vie, con dispositivi in ​​grado di ricevere e trasmettere energia tramite le bobine induttive, consentendo agli utenti di scegliere quale dispositivo caricare. Tuttavia, può anche essere il software a determinarlo automaticamente, verificando quale dispositivo tra quelli presenti ha una maggiore quantità di carica.

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La strategia proposta dall’azienda californiana sembra essere quella di incorporare bobine di ricarica induttiva, posizionandole su ogni dispositivo mobile Apple. Ad esempio, il brevetto spiega come è possibile posizionare le bobine lungo la parte anteriore e posteriore di un iPad, consentendo di caricare il prodotto in modalità wireless da un lato mentre trasmette la carica a un altro dispositivo sull’altro lato. Di conseguenza, il sistema proposto è fortemente intercambiabile, con un numero enorme di combinazioni di dispositivi e posizionamenti possibili.

Sempre nel brevetto viene suggerito che una serie di dispositivi Apple potrebbe essere caricata insieme da un’unica fonte di alimentazione. Un’immagine raffigura un Apple Watch che si carica da un iPhone, l ‘”iPhone” da un “iPad”, l’ “iPad” da un MacBook e il MacBook da un cavo di alimentazione. Il testo che accompagna l’immagine afferma che “può essere necessario un solo cavo di alimentazione o anche nessun cavo di alimentazione per caricare uno o più di un gruppo di dispositivi che includono bobine induttive”.

Apple avrebbe inoltre pensato anche ad alcune integrazioni software per il sistema di ricarica wireless da dispositivo a dispositivo. Quando un dispositivo più piccolo viene posizionato sul display di un dispositivo più grande, come ad esempio un Apple Watch sulla parte anteriore di un ‌iPad‌, il display dell’iPad‌ potrebbe indicare la sua “condizione di allineamento” e la percentuale di carica. Un’altra integrazione software più creativa propone che, se lo schermo di un ‌iPad‌ viene ostruito caricando un ‌iPhone‌ su di esso, l’interfaccia utente dell’iPad potrebbe adattarsi per visualizzare solo il contenuto che si trova sulla parte “libera” dello schermo.

Il brevetto, infine, fa più volte riferimento ad un sistema di magneti che potrebbero essere utilizzati per allineare i dispositivi tra loro per la ricarica: una soluzione che pare somigliare molto al sistema MagSafe di Apple che abbiamo visto per la prima volta sugli iPhone 12 lanciati lo scorso ottobre.

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