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Secondo alcune recenti analisi mediche, l’utilizzo dei sistemi di realtà virtuale potrebbe apportare importanti controindicazioni alla vostra salute.
Dai malesseri fisici agli stordimenti sensoriali, non sarebbero affatto pochi gli elementi nocivi per il benessere dei videogiocatori e, più in generale, di tutti coloro che andranno a fruire dei visori e degli altri sistemi di realtà virtuale.
Cybersickness: un termine che conosceremo sempre meglio?
Per il momento il termine Cybersickness non sembra essere sufficientemente diffuso tra i non addetti ai lavori. Tuttavia, qualcosa potrebbe cambiare molto presto, visto e considerato che non sono poche le osservazioni che negli ultimi mesi hanno rilanciato il problema. Ma di cosa si tratta?
Facciamo un piccolo passo indietro e rammentiamo che con il termine cinetosi si indica un fenomeno fisiologico e psicologico, legato alla percezione del movimento, e determinato principalmente dalle accelerazioni a bassa frequenza, percepite dal sistema vestibolare, visivo e propriocettivo.
Ebbene, è oramai assodato che non è solamente il moto reale a costituire la determinante della cinetosi, quanto anche l’utilizzo della realtà virtuale o, meglio, le condizioni di moto simulato, quali quelle che potrebbero avvertirsi in ambienti simulati. I rischi? Una situazione di diffuso malessere visivo (visione sfuocata, occhi che bruciano, lacrimazione), uditivo (acufene e ipoacusia), vestibolare (nausea, vomito), nervoso (mal di testa, instabilità), muscolo scheletrico (dolori a collo, polso, schiena).
La disforia dell’identità personale
Alcune altre analisi sostengono invece che l’utilizzo della realtà virtuale potrebbe favorire la disforzia dell’identità personale, ovvero la frammentazione delle proprie identità a causa di un ricorso sempre più intenso alle situazioni “artificiali”, cui saranno demandati dei compiti sempre più sofisticati, e sempre più afferenti la propria sfera privata. Insomma, una parte di voi andrà a interagire in realtà “non reali”, con la conseguente possibile perdita di individualità, e potenziale confusione (patologica) sulla propria vita reale e quella artificiale.
Il disturbo da dissociazione della realtà
Simile alla precedente, poichè strettamente correlata, è la patologia derivante da disturbo da dissociale della realtà. Secondo alcuni osservatori, infatti, la realtà virtuale diventerà così – appunto – realistica e credibile, che per una persona normale potrebbe essere quasi impossibile distinguere le esperienze virtuali dalle esperienze reali. Per intenderci, potrebbe accadere quel che generalmente accade quando si sogna: fino al momento in cui non ci si sveglia è quasi impossibile cercare di capire se si stia vivendo un’avventura sul piano onirico o su quello reale.
Peraltro, una conseguenza di tale dissociazione potrebbe anche essere relazionale: sarà sempre più difficile cercare di comprendere se ci si sta relazionando con una persona reale, o no.
E il futuro?
Se tali rischi sembrano essere relativi a problemi di breve termine, nel futuro il quadro di complessità potrebbe essere ancora più vasto e imprevedibile. Non è certamente raro che si sente già parlare di “dipendenza da Internet“, che potrebbe tramutarsi e integrarsi in una dipendenza da realtà virtuale. Relazionata a quanto sopra potrebbe essere anche la diffusione esponenziale della nomofobia, ovvero l’acutizzarsi di fobie derivanti da ansia da separazione: già oggi numerose persone soffrono, più o meno consapevolmente, di distacco da smartphone o del timore di non poterlo utilizzare. Lo stesso potrebbe avvenire in futuro con riferimento al sistema di realtà virtuale.
Insomma, la realtà virtuale affascina e incuriosisce. Ma, come tutte le tecnologiche, potrebbe riservare qualche sgradita sorpresa in ambito clinico, derivante principalmente da un suo incongruo utilizzo. Quel che è certo è che in futuro occorrerà fare i conti con sempre maggiore probabilità con patologie e quadri sanitari di differente e – a volte – imprevedibile connotazione.