Persona Q: Shadow Of The Labyrinth – Recensione

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Riportare in vita in un nuovo titolo i personaggi di Persona 3 e 4 su Nintendo 3DS, grazie ad un background citazionistico di prim’ordine e nostalgico quanto basta, non è un’impresa impossibile, come dimostrato da Shadow Of The Labyrinth.

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Persona Q: il revival per Nintendo 3DS

Innegabile che siano trascorsi anni sufficienti, da un punto di vista videoludico, a far passare in secondo piano la saga GDR media nipponica, per quanto ben strutturata e dotata di molteplici possibilità in termini di incarnazioni di successivi episodi. Quanto appena detto, nonostante il tempo passato, non è applicabile a Persona Q, grazie alla notevole quantità di merchandising, nuovi capitoli, serie televisive e quant’altro si è dimostrato in grado di mantenere vivo l’interesse, più in terra patria che in occidente (dove comunque non disdegna di trovare seguaci fedeli). A distanza di 6 ed 8 anni da Persona 3 e 4, Persona Q interviene portando su Nintendo 3DS un riempitivo, comunque di per sé valido, in grado di contenere la sempre più spasmodica attesa per Persona 5, previsto per il prossimo anno. Gli evocatori di demoni dell’originale universo parallelo di Shin Megami Tensei tornano quindi in un crossover di tutto rispetto, grazie anche a contaminazioni con serie del tutto similari (non ultima, Etrian Odissey).

Questo particolare remaster con peculiarità aggiuntive di Persona ha dalla sua la possibilità di essere giocato indipendentemente dalla conoscenza dei precedenti episodi, in quanto i personaggi stessi ci fungeranno da tutorial interattivo, mostrandoci le movenze e le trame integrate nel gioco. Non mancano tuttavia le citazioni ai precedenti episodi ed una serie di dialoghi accattivanti e sarcastici, frutto di uno scripting ben congegnato. L’antefatto vedrà i nostri beniamini ritrovarsi all’interno di una alterazione spaziotemporale, prendendo la vicenda il via da quella che apparentemente sembra essere una giornata qualsiasi. L’avvio del gioco ci offrirà la possibilità di scegliere i propri personaggi preferiti da un roster quasi illimitato, diversificato per concept, capacità e tipologia. Il tutto farcito da cutscene che andranno sia ad enfatizzare che mostrare nei minimi dettagli la trama, che si intersecherà alla perfezione alle gradevoli grafiche in stile super deformed assegnate allo stile di gioco. Diventerà così essenziale riuscire a sopravvivere, nonostante l’aspetto buffo e contorto, all’interno dei 4 dungeon che comporranno l’avventura, per poter tornare incolumi alla timeline originaria.

La sfida offerta da Persona Q è incarnata, in parte, da nemici più potenti della media degli altri JRPG, spesso resi come veri e propri miniboss, presumibilmente da evitare costantemente, perlomeno fino a quando non si possiederà un livello sufficiente ad affrontarli senza uscirne troppo lesi. Non mancano naturalmente bonus e boost che consentono di ottenere un discreto vantaggio in attacco, con la possibilità inoltre di affrontare piccole side-quest, a metà tra la componente accattivante del gioco ed un fanservice. Nel complesso, Persona Q riesce, in parte grazie alla stereoscopia, a riprodurre gli scenari in maniera non dissimile a quelli visti anni addietro su Playstation 2, intersecandovi una buona scrittura e sceneggiatura in grado di mantenere vivo l’interesse. Voto Finale: 8,5

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