Meta ha recentemente condiviso informazioni illuminate sui suoi nuovi occhiali Meta Orion, illustrando la complessa tecnologia che li rende innovativi. Questa serie di post offre uno sguardo più vicino ai chip personalizzati, ai waveguide olografici e al computing wireless che sosterranno questi occhiali, un approccio inusuale che si distacca dalla tradizionale riservatezza dell'azienda. Scopriamo insieme i punti salienti rivelati da Meta.
I chip personalizzati: il cuore della tecnologia
Nella presentazione riguardante i chip personalizzati, Meta spiega il ruolo cruciale che occupano nell'efficienza degli occhiali AR. A differenza dei chip standardizzati utilizzati nei dispositivi mobili, i chip progettati appositamente da Meta sono fondamentali per ottimizzare la gestione del calore e la capacità della batteria. Robert Shearer, direttore delle Soluzioni SoC, sottolinea che per ottenere una performance adeguata, è stato necessario ridurre il consumo di energia di un fattore cento. Questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie all'implementazione di protocolli di compressione personalizzati che ottimizzano il trasferimento dati dal computing puck al display.
La progettazione dei display microLED per gli occhiali Orion ha richiesto ulteriori innovazioni. Mike Yee, direttore dell'architettura dei display, ha indicato che la distanza tra i pixel è stata ridotta drasticamente, da decine di micron a singoli micrometri. Questo ha permesso di migliorare la risoluzione e la qualità visiva degli occhiali, rendendoli più compatti e funzionali.
Waveguide in carburo di silicio: da disco a sinfonia
Un elemento fondamentale del design degli occhiali è rappresentato dai waveguide in carburo di silicio. Grazie a un surplus di materiali normalmente utilizzati per veicoli elettrici, Meta ha potuto sviluppare una soluzione ottica con un indice di rifrazione elevato. Pasqual Rivera, scienziato ottico dell'azienda, confronta le lenti tradizionali, che creano un effetto arcobaleno poco gradevole, a quelle in carburo di silicio, che offrono chiarezza e qualità visive superiori.
Giuseppe Calafiore, team leader della tecnologia dei waveguides AR, spiega che, per ottenere prestazioni ottimali, è stato necessario rinunciare a impilare diverse lastre di vetro, il che rendeva gli occhiali enormi e scomodi. La scelta di un materiale come il carburo di silicio ha portato a un miglioramento significativo, con un indice di 2.7 che consente una diffusione della luce più efficace e una visione più ampia. Nonostante le promesse di riduzione dei costi, Barry Silverstein, direttore delle scienze della ricerca, avverte che attualmente i materiali di alta qualità potrebbero non essere sostenibili economicamente.
Il computing puck: un passo verso l'arredamento AR
Il terzo post approfondisce la scelta di non utilizzare uno smartphone per alimentare gli occhiali. Questa decisione è stata motivata dall'inefficienza di un telefono nella gestione delle esigenze energetiche degli occhiali AR. Il computing puck è stato concepito come un dispositivo autonomo, capace di soddisfare le richieste elevate relative al tracciamento degli occhi e delle mani. Anche se alcune funzionalità, come i sensori a sei gradi di libertà e l'haptics, hanno dovuto essere disattivate per ottimizzare le prestazioni, il team prevede che gli appassionati e gli sviluppatori potranno attivare queste opzioni in futuro.
Questa apertura sul lavoro tecnico di Meta suggerisce un desiderio di educare e aggiornare il pubblico sulle sfide che l'azienda incontra nello sviluppo degli occhiali AR. Rivelare dettagli sul processo di creazione non serve solo a placare le voci infondate, ma porta attenzione sull'innovazione. Questo approccio potrebbe ridefinire le aspettative dei fan e creare un'atmosfera più informata in attesa del lancio ufficiale.
Meta ha tracciato una linea che potrebbe incoraggiare altre aziende a seguire il suo esempio, permettendo ai propri ingegneri di condividere il loro entusiasmo e la loro expertise. Questo non solo calmerebbe l'ansia del pubblico, ma costruirebbe un ponte tra gli sviluppatori e gli utenti, accorciando la distanza tra aspettative e realtà tecnologiche.