Un libro in uscita, intitolato "Apple in Cina", si propone di analizzare come un’idea apparentemente brillante risalente al 1996 abbia condotto l'azienda a una situazione di vulnerabilità nei confronti di un regime autoritario. Sottotitolato “La cattura della più grande azienda del mondo”, il volume promette di offrire un racconto storico che funge sia da cronaca che da avvertimento. Attraverso interviste con oltre 200 ex dirigenti e ingegneri Apple, il libro intende rivelare dettagli cruciali delle dinamiche all'interno dell'azienda.
Indice dei contenuti
Il rapporto difficile tra Apple e la Cina
Negli ultimi anni, la relazione tra Apple e la Cina ha suscitato crescenti preoccupazioni. Un primo aspetto critico è legato al rischio di una eccessiva dipendenza da un singolo mercato. La pandemia di COVID-19, ad esempio, ha dimostrato come un evento globale possa avere ripercussioni devastanti sulla capacità produttiva. Eventi naturali, crisi politiche o qualsiasi tipo di conflitto possono influenzare negativamente le operazioni commerciali, sottolineando l'importanza di diversificare le sedi produttive. Il continuo deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e Cina, in particolare all’indomani della guerra commerciale avviata dall'amministrazione di Donald Trump, costituisce un altro fattore di instabilità. Tensioni che si protraggono nel tempo pongono costantemente a rischio la continuità delle relazioni commerciali tra i due paesi.
In aggiunta a questi fattori, la reputazione di Apple rischia di subire danni significativi a causa del suo legame stretto con la Cina, un paese dal cui sistema politico emergono sempre più preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani. L’azienda di Cupertino è costretta a ottemperare alle leggi locali, spesso in conflitto con i propri principi aziendali e le proprie politiche sulla responsabilità sociale.
La storia non raccontata di Apple e della Cina
La penna del giornalista del Financial Times, che firma "Apple in Cina", promette di svelare una storia inedita arricchita da interviste con numerosi insider. Questo racconto stimolante si affianca a letture come "Steve Jobs" di Walter Isaacson e "Chip War" di Chris Miller, offrendo un’analisi affascinante di come Apple abbia contribuito a solidificare la superiorità della Cina nell’assemblaggio e nella produzione di elettronica, solo per ritrovarsi prigioniera di un regime autoritario sempre più pretenzioso.
Apple non è semplicemente un marchio; rappresenta la società più preziosa del mondo e il creatore di prodotti che hanno plasmato il nostro modo di vivere. L’iPhone, in particolare, ha rivoluzionato la comunicazione e il lavoro, mentre oggi l’azienda rischia di diventare una vittima del proprio successo, bloccata in un contesto di crescente rivalità tra due superpotenze.
Le origini di una strategia complessa
La svolta strategica di Apple nel 1996, quando era sull’orlo del fallimento, ha portato l’azienda a esternalizzare la produzione. Inizialmente, Apple ha esplorato la possibilità di stabilire impianti in ben otto paesi, ma alla fine ha scelto la Cina, attratta dalle promesse di una manodopera economica e abbondante. I successi ottenuti con i prodotti come l’iPod e l’iPhone hanno reso possibile un’efficace interazione con i produttori cinesi, permettendo di fornire competenze e conoscenze in termini di produzione.
Tuttavia, la Cina ha rapidamente imparato a utilizzare queste informazioni come un'arma contro gli Stati Uniti, posizionando Apple in una situazione precaria. Il volume si propone di esplorare, sebbene in maniera disturbante, come un'azienda che una volta osannava i ribelli e i trasgressori ora sia diventata un alleato silenzioso di un regime autoritario che decide di fatto sulla sua esistenza.
Le prime impressioni dei critici
Copie pre-pubblicazione sono già state distribuite a diversi autori di best-seller nel campo degli affari, che si sono detti colpiti dalla narrazione. Commenti come quelli di Peter Frankopan, professore di Storia Globale a Oxford, esprimono la qualità della scrittura definendola “una storia straordinaria, narrata con maestria”. Altri autori, come Robert D. Kaplan, descrivono il libro come “una lettura unica nel suo genere”, mentre Chris Miller lo definisce “approfondito, inquietante e illuminante”.
Isaac Stone Fish, autore di "America Second", afferma che il racconto evidenzia come la ricerca di ricchezza e potere da parte di Apple in Cina possa alla fine comportare conseguenze sia per l'azienda che per la supremazia tecnologica americana. Geoffrey Cain, autore di “Samsung Rising” e “The Perfect Police State”, avverte che tutti i possessori di iPhone saranno interessati da questa lettura, ma pochi dipendenti Apple si sentiranno a proprio agio ad essere associati ad essa.
Disponibilità del libro
"Apple in Cina" sarà disponibile per l'acquisto dal 13 maggio e può già essere prenotato. La pubblicazione di questo libro potrebbe aprire un dibattito significativo sui costi e le implicazioni delle scelte aziendali in un contesto globale sempre più complesso e interconnesso.