Il presidente democratico della commissione Bilancio, Francesco Boccia, ha proposto la “Tassa Google”.
Finalmente il governo ha deciso di applicare una politica “seria” sulla tassazione delle cosidette “over the top”.
In pratica, quelle aziende che hanno un fatturato talmente alto, che utilizzare le aliquote standard sarebbe come derubarle di metà del patrimonio (che sia giusto o sbagliato non spetta a noi giudicarlo).
In cosa consisterebbe questo emendamento presentato da Boccia al governo non ci è ancora dato saperlo, ma il fatto che la proposta arrivi da un esponente cosi vicino al capo dell’esecutivo ci lascia ben sperare che non venga dimenticato.
L’emendamento, se fosse messo in pratica dal governo, porterebbe circa 1 miliardo di euro l’anno nelle casse dello stato, contro i “pochi” milioni di euro versati fino ad ora.
Non tutti sono d’accordo con l’utilità di questo emendamento, come ad esempio Giorgio Santini, relatore del PD, che ha dichiarato: “Personalmente, non vedo questa proposta molto praticabile, c’è il rischio di andare a incidere negativamente su di un settore che in Italia ha ancora bisogno di fare il salto di qualità”.
Fortunatamente di questa questione, cosi delicata, non se ne parla solo nel governo italiano (altrimenti sapremmo già come andrebbe a finire), ma anche a Bruxelles il tema è tra i più caldi.
E così Apple non potrà più pagare in Italia solo 3 milioni di euro su un fatturato di 2 miliardi e diversi centinaia di euro di utili.
Non fa ridere che Facebook, Amazon e altri colossi paghino solamente 6 milioni di euro circa?
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