Nei giorni scorsi, Google ha riaperto la possibilità di generare immagini di persone tramite la sua intelligenza artificiale, segnando una netta apertura rispetto ai recenti blocchi imposti per motivi etici e storici. Con l'avvento di nuove tecnologie, la società ha avviato il rilascio di Gemini 2.0 e del modello Imagen 3, che promettono una qualità straordinaria e una maggiore attenzione alla rappresentazione corretta dei fatti storici. Questa evoluzione potrebbe avere un impatto significativo nel campo della pubblicità, dove la creazione di contenuti visivi accurati è fondamentale.
La storia del blocco e il ritorno di Gemini
L’implementazione di Gemini era stata accompagnata da polemiche, in particolare a causa delle immagini generate che mostrano una palese distorsione della realtà storica. Un episodio particolarmente memorabile coinvolse la generazione di rappresentazioni di figure storiche in modo impreciso, come i famigerati "nazisti neri" e senatori dell’Ottocento con tratti asiatici o nativi americani, suscitando forte ilarità e indignazione. Per evitare ulteriori critiche, Google ha temporaneamente bloccato questa funzione.
In una comunicazione ufficiale, Google aveva riconosciuto la necessità di migliorare la precisione delle rappresentazioni storiche, dichiarando: «Siamo consapevoli che Gemini offra inesattezze in alcune rappresentazioni storiche della generazione di immagini. Siamo al lavoro per risolvere il problema». La compagnia, attraverso il Senior Director of Product, Jack Krawczyk, ha confermato come l'intento fosse quello di rispettare le complessità dei contesti storici. Tuttavia, con il lancio del nuovo modello, il buonsenso sembra avere preso il sopravvento, riaprendo la porta alla creazione di contenuti visivi di persone.
La qualità delle immagini create da Gemini 2.0
Gemini 2.0 e Imagen 3 puntano a offrire risultati di qualità sempre più alta, avvicinandosi a un fotorealismo in grado di sorprendere anche i più scettici. Le immagini generate non sono solo belle, ma anche incredibilmente accurate nei dettagli. Ambienti come il Duomo di Milano o le affollate strade di New York fungono da scenari perfetti per i modelli creati dall’AI, i quali appaiono quanto mai realistici. Le qualità tecniche sono state migliorate in modo significativo, permettendo di ottenere anche elementi particolari, come i guard-rail stradali, che contribuiscono alla veridicità delle scene.
Una delle innovazioni principali consiste nell'abilità di rispondere a richieste complesse, a volte perfino provocatorie; tuttavia, non sempre le richieste vengono accolte. Ad esempio, le immagini generate non si prestano facilmente a distorsioni storiche o rappresentazioni fantasiose, mantenendo un certo controllo sulla correttezza delle informazioni. In tale contesto, Google ha già iniziato a incoraggiare l’utilizzo della sua piattaforma per creare immagini da utilizzare in pubblicità, segnalando la fiducia nella tecnologia sviluppata.
Una nuova era per la pubblicità digitale
Con la disponibilità di Gemini 2.0, le aziende hanno ora la possibilità di sfruttare le potenzialità di questa tecnologia per migliorare le loro campagne pubblicitarie. La capacità di generare immagini di alta qualità in tempo reale è un elemento decisivo in un mercato sempre più competitivo, dove l’attenzione visiva deve catturare gli utenti in pochi istanti.
L’idea di vedere immagini di qualità fotorealistica gravitate attorno ai prodotti e ai servizi offerti, non è solo un’innovazione tecnica, ma un cambio di passo significativo nel modo in cui le aziende si relazionano con i consumatori. Queste immagini possono non solo attrarre l'attenzione del pubblico, ma anche comunicare messaggi più profondi, grazie alla loro precisione e alla cura dei dettagli.
Al contempo, la società di Mountain View sembra aver seppellito il passato, lasciandosi alle spalle le controversie e i fiaschi. Il passaggio ai nuovi modelli evidenzia come Google sta cercando di costruire un’immagine più responsabile e attenta, in un periodo in cui le implicazioni etiche delle tecnologie avanzate sono al centro del dibattito pubblico. Questo ha il potenziale di riaccendere l'interesse verso l'uso di immagini generate da AI, nonostante le preoccupazioni sollevate in precedenza.