Eric Schmidt ha annunciato ieri a Roma che Google investirà in Italia e ha rivolto un inviato alla pubblica amministrazione a puntare sullo sviluppo della banda larga al fine di puntare al rilancio del paese.
Il presidente di Google, Eric Schmidt, ieri in un incontro a Roma ha annunciato un “importante investimento” dell’azienda di Mountain View che avrà come progetto la promozione del Made in Italy all’estero tramite il digitale.
Schmidt ha dichiarato:
“A volte anche le cose scontate non si realizzano se c’è un clima politico sfavorevole”.
Il presidente di Google è stato ospite d’onore del Big Tent, un evento organizzato da Google che ha come scopo quello di aiutare la crescita economica delle imprese che puntano allo sfruttamento del mondo digitale.
Schmidt, anticipato e introdotto sul palco dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamento che ha ribadito la propria volontà di:
“far tornare l’agricoltura figa”.
Ha proseguito il presidente di Google:
“Le piccole aziende non sono nelle grandi città, hanno bisogno di banda larga veloce, wireless e LTE, perché nulla può succedere senza queste cose. La pubblica amministrazione deve farsi carico dell’alfabetizzazione digitale perché questa cosa si ripagherà da sola per i prossimi decenni. Deve proteggere gli imprenditori, che sono persone particolari. E c’è un’altra cosa da fare: ammettere nuovi ingressi ed eliminare certe leggi, perché così ci si apre al mercato. Non serve altro, il resto verrà da sé”.
Durante il dibattito sono stati portati i casi di alcune aziende italiane di successo che hanno puntato, al fine del loro sviluppo, sul mondo digitale.
Fra queste uno degli esempi portati è stato quello di Berto Salotti, fondatore di un’azienda artigiana nata in Brianza nel 1974 e che produce un design imbottito realizzato a mano e su misura. Da questa azienda è un nato il primo corporate blog del settore arredamento, oggi leader nel mercato europeo ed in quello russo con l’obiettivo di espandersi negli USA.
Il secondo esempio portato è stata l’azienda Caffè Carbonelli, fondata a Napoli nel 1981, che dal 2006 ha un proprio ecommerce e oggi distribuisce buona parte delle vendite di caffè del web, grazie anche alla piattaforma Ebay, arrivando ad estendere il suo mercato fino ai mercati arabi.
Terzo esempi è la Marchesi de’ Frescobaldi, un’attività vinicola nata nel corso del 1700 che grazie ad un sito multilingue esporta i propri prodotti negli Stati Uniti, in Canada, Germania, Svizzera, Giappone e Russia e altri 80 paesi.
Schmidt si è recato nel nostro bel pease per promuovere il binomio: digitale ed esportazione.
Il riassunto della conferenza è stato fatto dal professor Stefano Micelli, docente di Economia e gestione delle imprese all’Università Ca’ Foscari di Venezia:
“L’Italia sta registrando una crescita delle esportazioni mai vista prima, vecchia economia e nuova economia sono oramai la stessa cosa e anche le piccole imprese possono esportare grazie al marketing digitale”.
Schmidt ha mostrato un cauto ottimismo parlando delle possibilità dell’Italia di uscire dalla crisi e ha parlato così:
“Noi la vediamo così: l’Italia è un bel marchio e la possibilità di legare questo marchio ai prodotti è una delle componenti dello sviluppo digitale. In futuro le pmi avranno accesso a tecniche di produzioni tridimensionali come la stampa 3D. La tecnologia non è più riservata alle grandi aziende”.
Da sottolineare la rilevanza della stampa 3D nel mercato attuale:
“Non esiste più la grande produzione, il futuro sono produzioni personalizzate per le nicchie”.
“Molte grandi aziende in questo scenario cercheranno i designer e gli stilisti italiani, perché stiamo tornando a una produzione dettagliata”.
Schmidt invita però a puntare su nuove tipologie di marketing, sottolineando che:
“ sono i giovani i più adatti per commercializzare i prodotti delle aziende italiane”.
La formazione dei giovani è il futuro del nostro paese ed è un tema chiave che Schmidt ha ripetuto più volte durante il suo discorso, dicendo:
“È difficile nelle imprese Italiane portare il cambiamento. Bisogna che si mettano a tavolino a pensare cosa succederà fra cinque anni e per buona parte delle imprese i soldi fra cinque anni arriveranno dal web e dall’esportazione. Oggi però la fonte principale è ancora il territorio locale”.
Google sostiene che in Italia è necessario:
“Dare vita a una nuova industria basata sui giovani e non c’è nulla di più importante dell’uso di Internet per far crescere questo paese”.
Per favorire ciò investire nella promozione del made in Italy puntando su 3 fattori principali:
“Far conoscere le eccellenze nascoste, diffondere tra gli imprenditori le competenze digitali e valorizzare i giovani come promotori della transizione al digitale dell’economia italiana”.
Speriamo l’aiuto di Google arrivi presto e che soprattutto le parole di Schmidt vengano ascoltate da chi governa questo “maledetto bel Paese” come direbbe Guccini.