Google cambia politica riguardo la privacy (o per lo meno ci prova)

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Google cambia politica riguardo la privacy (o per lo meno ci prova)

Google ha ammesso un cambio di politica per alcuni versi “rivoluzionario”: smetterà di riempire gli utenti delle Google App con licenza Education di fastidiose pubblicità.


Bram Bout, direttore di Google for Education, ha affermato tramite “Google Official Enterprise Blog” questo cambio di policty: Google ha anche rimosso un toggle, presente nella console dell’amministratore delle ” App for Education” che permetteva l’abilitazione o la disattivazione dei banner pubblicitari.

Cosa significa tutto questo? La rimozione di questo toggle equivale alla disattivazione della comparsa dei banner pubblicitari: la differenza sostanziale riguarda la possibilità di attivare questi banner che è ora totalmente assente.

Ma in cosa consistono queste Google Apps for Education? A dire il vero in nulla di particolare: abbiamo il solito insieme di app per controllare la mail, gestire il calendario e creare documenti ma sono dedicate unicamente a studenti ed insegnanti.

La nuova politica di Google, definita dai colleghi di altre nazioni “non-scanning, è dovuta, secondo il The Wall Street Journal, a un processo indetto l’anno scorso dagli utenti Gmail della California: l’accusa sostiene che analizzare le email per ricavarne dati utili alla creazione di banner pubblicitari è in netto contrato con la legislazione dello stato della California.

La stessa Google attraverso una propria rappresentante aveva confermato recentemente, durante l’Education Week, che la compagnia analizzava e indicizzava numerose email degli utenti con licenza Educational: gli scopi di questa violazione della privacy erano molteplici e tra questi c’erano motivi di carattere pubblicitario (notare l’abilità di Google: con un semplice “not only” vuole dimostrare che i motivi di questa attività siano altri, molto probabilmente miglioramento dei vari servizi, e che l’utilizzo dei dati per la pubblicità è solamente una conseguenza di secondo piano).

Questo cambio di policy non sarà l’unico: infatti lo stesso Bout ha confermato che anche utenti con altri tipi di licenze ( Business and Government e la versione gratuita) potranno beneficiare di questo cambiamento.

Ovviamente attendiamo dei riscontri effettivi ma questa svolta di Google è sicuramente apprezzabile: non era infatti tollerabile che un supercomputer (sono questi infatti che analizzano e memorizzano le nostre abitudini, non persone umane) possa sapere moltissimi dettagli della nostra vita. Il concetto di privacy ovviamente andrà cambiato vista l’epoca in cui viviamo ma è importante mantenere alcuni principi fondamentali che nessun servizio gratuito potrà violare.

Voi cosa ne pensate?

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