Risse, scioperi, blocchi di reparti e smentite. Queste sono le notizie che arrivano in questi ultimi giorni dalla dirigenza del gruppo taiwanese Foxconn in Cina.
Lo sciopero era stato reso pubblico da un’organizzazione China Labour Watch che difende i diritti sociali, però la Foxconn ha smentito correggendo la versione dei fatti. Secondo un comunicato diffuso a Taipei, la Foxconn ammette che nell’impianto ci sono stati “due problemi” con un “piccolo gruppo” di lavoratori, ma aggiunge che sono stati risolti e che la produzione si svolge normalmente. E continua affermando che qualsiasi notizia su uno sciopero è infondata, non c’è stato alcun fermo dello stabilimento di Zhengzhou e che non ci sono stati blocchi della lavorazione in nessuna fabbrica della Foxconn per cui la produzione prosegue normalmente secondo il programma.
In realtà si è saputo che dal 5 ottobre sono in sciopero i dipendenti dell’impianto di Zhengzhou, nel centro della Cina, contro la richiesta di innalzare i livelli di qualità dei prodotti e di lavorare anche durante la settimana di vacanza legata alla festa della Repubblica del primo ottobre.
L’organizzazione China Labour Watch la cui sede si trova a New York, ha comunicato che allo sciopero hanno aderito tra i 3mila e i 4mila dipendenti. Non è dato da saper quanti operai lavorino effettivamente a Zhengzhou, e nessun dirigente dell’impianto ha rilasciato dichiarazioni. Lo sciopero bloccherebbe la produzione degli iPhone 5 e Apple potrebbe vedere le sue vendite gravemente danneggiate.
Anche se Foxconn al momento smentisce, sappiamo che la struttura era stata chiusa per una violenta lite in cui erano rimasti coinvolti 2 mila dipendenti. Il malcontento serpeggia da tempo alla Foxconn a causa delle gravissime condizioni di lavoro che hanno anche provocato negli ultimi anni una serie di suicidi.