Dal 2 febbraio 2025, l'AI Act, il regolamento europeo dedicato all'intelligenza artificiale, ha assunto ufficialmente applicazione. Le nuove disposizioni devono essere seguite da tutte le aziende che operano nell'Unione Europea, pena sanzioni che possono arrivare fino al 7% del fatturato annuo globale. Questo regolamento prevede una serie di divieti specifici riguardanti l'uso dell'IA e richiede che le imprese garantiscano ai propri dipendenti un’adeguata formazione sull'argomento.
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Le restrizioni previste dall'AI Act
Uno degli aspetti fondamentali dell'AI Act riguarda l'introduzione di divieti su pratiche di intelligenza artificiale considerate dannose. Tra queste si evidenziano l'uso dell'IA per manipolare comportamenti umani, che può avere conseguenze negative, in particolare per gli adolescenti. Viene vietato anche il "social scoring", vale a dire la classificazione degli individui che porta a trattamenti iniqui basati su parametri artificiali. Ulteriori restrizioni riguardano la previsione di comportamenti criminali basata esclusivamente sulla profilazione e la raccolta non autorizzata di identificazione biometrica in spazi pubblici da parte delle forze dell'ordine.
Kirsten Rulf, coautrice dell'AI Act e partner di BCG, ha spiegato che i divieti si applicano a un numero limitato di aziende. Tuttavia, ha messo in guardia le banche e gli istituti finanziari, evidenziando l'importanza di valutare con attenzione le pratiche relative al merito creditizio, affinché non si configurino come forme di social scoring. L'intero elenco delle attività vietate è fornito nel testo completo dell'AI Act.
L'importanza dell'alfabetizzazione sull'IA
Un altro punto cruciale del regolamento riguarda l’alfabetizzazione sull'intelligenza artificiale. Le aziende che utilizzano o forniscono sistemi basati su IA sono obbligate a garantire che i loro dipendenti possiedano competenze adeguate in questo settore. La formazione può avvenire internamente oppure attraverso l'assunzione di personale esperto nel campo dell’IA.
Rulf ha sottolineato come i leader aziendali debbano lavorare affinché tutto il personale possieda un livello di alfabetizzazione sull'IA funzionale e riceva una preparazione di base. In questo modo, sarà possibile costruire una cultura aziendale proiettata verso l'integrazione dell'intelligenza artificiale.
Prossimi sviluppi e attuazione dell'AI Act
Un momento chiave nell'attuazione dell'AI Act è previsto a fine aprile, quando la Commissione Europea pubblicherà il Codice di condotta finale per i modelli di IA generici. Questo codice entrerà in vigore insieme ai poteri delle autorità nazionali per far rispettare il regolamento, a partire da agosto.
Rulf ha messo in guardia le aziende dall'importanza di esigere informazioni adeguate dai fornitori di modelli di IA. È fondamentale adottare un approccio responsabile e collaborativo con gli attori del settore, i decisori politici e le autorità di regolamentazione, per garantire un'implementazione pragmatica delle nuove norme.
La reazione delle aziende e l'impatto a lungo termine
Pur rilevando le critiche riguardanti l'AI Act e l'approccio rigoroso dell'Unione Europea nella regolazione delle tecnologie, Rulf ha dichiarato che questa nuova legislazione segna l'inizio di un'era innovativa per la scalabilità dell'IA. La normativa introduce parametri chiari e sistemi di gestione della qualità e dei rischi, che sono essenziali per un utilizzo responsabile dell'intelligenza artificiale.
Molti imprenditori esprimono preoccupazione riguardo all'incertezza normativa, con il 57% delle società europee che indica questo fattore come una barriera alla crescita. Rulf ha riconosciuto che la definizione attuale di IA nell'AI Act è ampia e complessa, il che rende difficile la sua applicazione pratica.
Collaborazione tra aziende e regolatori
Rulf ha enfatizzato l'importanza di un dialogo costruttivo tra le aziende e l'Ufficio IA dell'Unione Europea, poiché le aziende potranno offrire feedback durante l'elaborazione degli standard da assegnare all'AI Act. Questo scambio è fondamentale per garantire che le norme siano pragmatiche e attuabili.
Nonostante le contestazioni, Rulf ha affermato che l'AI Act si sta evolvendo come standard globale, influenzando regolamenti in Asia e negli Stati Uniti. Per molte aziende, che hanno già attuato programmi di IA responsabili, adeguarsi alla nuova normativa potrebbe risultare meno gravoso.
Attualmente, più di 100 organizzazioni, incluse Amazon, Google, Microsoft e OpenAI, hanno già firmato il Patto UE sull'IA, impegnandosi in anticipo ad adottare i requisiti del regolamento. L'AI Act, quindi, si posiziona come un passo fondamentale verso una regolazione solida dell'intelligenza artificiale, che avrà ripercussioni significative per le aziende che operano sul territorio europeo e al di fuori di esso.