La fase di “lockdown” sta progressivamente terminando in molti paesi, specialmente in Europa. Questa nuova fase di contrasto alla pandemia di coronavirus prevede infatti la “convivenza” con il Covid-19, mantenendo grande attenzione a misure come i dispositivi di protezione e il distanziamento sociale.
Inoltre, molti Paesi si stanno attrezzando con strumenti di “contact tracing”, che consentono di segnalare eventuali contatti con persone contagiate. Nelle ultime settimane sono state ufficializzate diverse app, alcune delle quali si basano su Google e sull’API di notifica dell’esposizione di Apple: è il caso della nostra Immuni, l’applicazione scelta dal Governo italiano che ha già avviato la sperimentazione in quattro Regioni (Abruzzo, Marche, Liguria e Puglia).
Stando a quanto emerso sul web, gli sviluppatori delle agenzie di sanità pubblica hanno ora accesso ad un’altra API di tracciamento dei contatti COVID-19, ovvero l’API Contact Shield di Huawei .
In un aggiornamento alla versione 4.1.0.301 di HMS Core, alternativa di Huawei a Google Play Services, sono state aggiunte le nuove API di Contact Shield di Huawei “per fornire funzionalità fondamentali per ridurre al minimo la diffusione del COVID-19”.
Huawei non ha ancora annunciato formalmente le sue nuove API Contact Shield, ma un portavoce della società con sede a Shenzhen ha indicato al forum XDA tutta la documentazione sul sito degli sviluppatori dell’azienda cinese. Secondo la pagina Introduzione al servizio dell’API, l’API Contact Shield “fornisce servizi di tracciamento dei contatti a tutela della privacy per gli utenti dei dispositivi Huawei”. L’API “utilizza la tecnologia Bluetooth a bassa energia (BLE) per rilevare i dispositivi vicini, scambiare dati con i dispositivi rilevati e registrare i contatti con le informazioni dell’utente, che restano anonime”.
Come noto, anche l’API di notifica dell’esposizione di Google e Apple utilizza il Bluetooth per il tracciamento contatti. Tuttavia, come hanno potuto constatare molti utenti italiani, diversi smartphone Huawei e Honor rilasciati dopo il divieto commerciale degli Stati Uniti non hanno preinstallato Google Play Services e presentano pertanto dei problemi di compatibilità con Immuni. Anche per questo la società sta cercando di porre rimedio.