Playstation: storia di una generazione rivoluzionata

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Venti anni di salti, combattimenti, nemici di ogni genere, scenari spettacolari, gioie, stress e tensione, ma soprattutto vent'anni di tanto tanto divertimento. Vent'anni di Playstation.

Playstation

Dagli albori alla leggenda

Nell'ormai lontano 3 dicembre 1994 uscì infatti per la prima volta nei negozi di tutto il Giappone la console targata Sony, destinata a marchiare irrimediabilmente generazioni intere di ragazzi, bambini e persino adulti. Nella prima settimana dal lancio fece registrare addirittura un bilancio di 300.000 copie vendute, cifra molto significativa se consideriamo che Playstation doveva confrontarsi con i due colossi dell'epoca: SEGA e Nintendo, che proprio nelle sue basi di Tokyo diede vita alla console Sony, dopo la rottura di un accordo con la società giapponese, che inizialmente voleva soltanto dotare il Super Nintendo di un lettore CD.

Da qui in poi la storia è ben nota a tutti; l'anno successivo la "scatoletta magica" uscì anche nel resto del mondo e, grazie anche a una fantastica campagna pubblicitaria, riuscì a convertire il videogioco da prodotto di nicchia a divertimento comune, entrando immediatamente in ogni casa e dotando chiunque del Dualshock, che di lì a poco si rivelò essere una vera e propria arma da divertimento. Nei dodici anni di vita della console, Sony fece dunque registrare più di 100 milioni di copie vendute, annientando ogni record precedentemente posto dalle altre case videoludiche.

Con le successive tre, la società giapponese non fece altro che ripetere il successo già avuto con la prima edizione della console, migliorandola nelle prestazioni, nelle funzionalità, nel design e – difficile a credersi – pure nelle vendite, rendendo in vent'anni il marchio Playstation sinonimo di divertimento.

Videogiochi con la "V" maiuscola!

Ma cosa ha permesso veramente che Sony segnasse in una maniera così indelebile una generazione? Sicuramente i videogiochi. Inizialmente infatti, la concorrenza era spietata e sicuramente per la nuova console giapponese non era facile rivaleggiare con prodotti impeccabili e dallo spropositato successo come Super Mario, Sonic: The Hedgehog o The legend of Zelda, ma ci riuscì attirando una fetta di pubblico molto larga. Su Playstation infatti dopo poco tempo era già possibile giocare capolavori come Metal Gear Solid, Resident Evil, Gran Turismo, Final Fantasy VII, Silent Hill, Street Fighter II, Tomb Raider e tantissimi altri, che, olte a raggiungere il livello tecnico dei prodotti Nintendo e SEGA, avevano qualcosa di nuovo: il realismo.

Per la prima volta infatti appariva il sangue e, seppur in una fase molto embrionale, si iniziava a respirare un'atmosfera simile a quella reale. Per la prima volta non era più tutto fiabesco e "cartoonesco". Inutile dire che questo calamitò verso la console di Sony un pubblico un po' più adulto, che comprendeva moltissimi ragazzi e – perché no?! - anche qualche uomo di età avanzata, trasmettendo immediatamente anche la nuova idea di un videogioco, non solo destinato a un pubblico infantile, ma anche pensato e realizzato per le menti più mature.

Crash Bandicoot e la consacrazione

A Playstation però non bastava. Doveva annientare la concorrenza anche nel platform, il genere videoludico all'epoca più diffuso, i cui emblemi erano Super Mario, Sonic: The Hedgehog, Donkey Kong e tantissimi altri. Per farlo si affidò a NaughtyDog, che non deluse la società giapponese e nel 1996 pubblicò "Crash Bandicoot". Sicuramente il titolo non ha bisogno di presentazioni, vi basti sapere che in pochissimo tempo il piccolo animaletto protagonista conquistò il cuore di ogni videogiocatore per la sua semplicità, la sua caratterizzazione spensierata e divertente, che usciva dagli standard posti da Nintendo e per la maestria con cui erano realizzati i titoli in cui apparì. Sony aveva in questo modo anche il suo titolo di punta e non fece molta fatica a imporsi fra le case videoludiche di maggior rilievo.

Nelle edizioni successive poi Playstation, soprattutto attraverso NaughtyDog, pubblicò una serie di altri giochi in esclusiva, che di lì a poco non avrebbero certamente fatto fatica a entrare nei cuori e nelle case di tutti. Come non citare ad esempio i vari "Uncharted", "Jak and Daxter", "Spyro", "God of War" o il più recente "The last of us". Per non parlare naturalmente della miriade di multipiattaforma storici come "Assassin's Creed", "Grand Theft Auto" o "Rayman", che non hanno fatto altro che arricchire il già ampio panorama offerto dalla console di Sony.

Vent'anni di divertimento

Dal 1994 a oggi dunque Playstation non ha fatto altro che offrire ore di divertimento da soli o in compagnia, fantastici pomeriggi con gli amici, ma soprattutto tanta, tanta soddisfazione dopo i titoli di coda.

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